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Di seguito vi offriamo una piccola panoramica dei migliori Montepulciano d’Abruzzo (più un ospite marchigiano) assaggiati quest’anno e offerti a un prezzo che non supera i 15 euro a scaffale

Per bere grandi vini rossi, complessi, profondi e, perché no, anche longevi, non è necessario rivolgersi esclusivamente alle grandi denominazioni blasonate del nostro panorama vinicolo. L’appassionato curioso come il winelover più sfegatato lo sa già e quindi sa che può andare a cercare senza neanche sforzarsi troppo tra chi produce Montepulciano.

Il vitigno ha bisogno di poche presentazioni, tanto è conosciuto sia in Italia che all’estero: la sua culla è la valle peligna, nel cuore dell’Abruzzo, ma è diffuso praticamente in tutto il centro-Italia con alcune propaggini che si spingono fin nel sud della Puglia.

In un mondo enoico in cui attualmente vanno per la maggiore vini freschi e dinamici, c’è il rischio che il Montepulciano possa arrancare un po’: il vitigno infatti è molto generoso in vinificazione tanto che ne va tenuto a bada il temperamento materico. Quando però ciò riesce, è evidente a tuti che si ha a che fare con uno dei più significativi rossi italiani.

Berebene: 9 vini Montepulciano dal migliore rapporto qualità-prezzo

Rosso Conero Notte 2018

Da diversi anni l’azienda di Montacuto ha convertito tutti i vigneti in biologico. Mattia e Marco Moroder, la nuova generazione alla guida, con l’ausilio dell’enologo Marco Gozzi, danno vita a vini caratteriali, poco inclini a smancerie e al contempo ben rappresentativi dei Montepulciano del Conero: fiori, prugna, leggera speziatura, una punta di dolcezza di frutto in ingresso poi stemperata da tannino fitto segnano questo valido Conero. 

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Montepulciano d’Abruzzo Corso XX Settembre 2017

Questa realtà di Tocco di Casauria, di proprietà della famiglia Guardiani, può contare su una dozzina di ettari vitati ai piedi della Majella. Vi consigliamo il Montepulciano Corso XX Settembre ’17: note floreali e di spezie dolci si uniscono a sensazioni di frutti neri croccanti su un palato che riesce ad essere fresco e scorrevole e che nel finale vira su ricordi di arancia amara; bevibilità e piacevolezza senza rinunciare al carattere del vitigno.

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Montepulciano d’Abruzzo Fonte Venna 2019

Le Colline Teatine di Orsogna si collocano praticamente a metà strada tra la costa adriatica e i primi contrafforti della Majella. È qui che sorge l’azienda della famiglia Lamaletto. Ci hanno presentato un Montepulciano Fonte Venna davvero buono: il profilo aromatico è affascinante tra le suggestioni varietali di fuliggine e note di spezie e di arancia amara essiccata. Il sorso è disteso e il tannino, ben integrato, dà quel ritmo che sospinge il sapore.

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Montepulciano d’Abruzzo Becco Reale 2018

Vignamadre è l’ultimo progetto dei Di Carlo, con un nome che già lascia trasparire alcune delle caratteristiche salienti della produzione: il totale rispetto per l’ambiente, frutto di sperimentazioni e ricerche che vengono condotte sul campo già dai primi anni ’90. Il Montepulciano d’Abruzzo ’18 alterna cuoio, grafite, frutti neri maturi e goudron al naso, mentre in bocca il ritmo è scandito da un tannino molto fitto e da ritorni succosi di frutto in maniera armonica ed equilibrata.

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Montepulciano d’Abruzzo Casabianca 2020

La famiglia Galasso coltiva 150 ettari vitati sulle colline di Castilenti, nel cuore del Teramano. La gamma esplora diverse opzioni espressive: si va dall’utilizzo di legni di piccole dimensioni, alle fermentazioni spontanee della linea Casabianca. Proprio da quest’ultima abbiamo pescato il Montepulciano d’Abruzzo ’20: rosso di gran carattere impasta grafite, mora, una sfumatura ematica e poi ancora la ciliegia su un palato di buona distensione, preciso, succoso, diretto e concreto.

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Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Le Murate 2020

Elena e Alessandro hanno raccolto l’eredità del padre Burno e oggi possono contare su una trentina di ettari coltivati in biologico. Montepulciano, trebbiano e pecorino sono le uve utilizzate per creare le etichette delle due linee aziendali, Notàri e Le Murate. Il Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Le Murate ‘20 si apre in maniera leggiadra su note di ciliegia nera e spezie orientali. Il sorso dalla trama tannica fitta si mantiene succoso grazie a una fresca scia acida.

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Montepulciano d’Abruzzo Mo Ris. 2018

I numeri di questa cooperativa sono impresisonanti: 2700 ettari vitati, molti dei quali coltivati in biologico, circa 700 soci, 13 milioni di bottiglie. ma bisogna andare al di là delle sole cifre per riconoscere il valore di un progetto imprenditoriale che con le ultime vendemmie ha subito un’impressionante accelerazione verso la qualità. Il Montepulciano d’Abruzzo Mo ’18 profuma di cioccolato e tabacco, prugna matura e mora; al palato è voluminoso e ricco, caldo, avvolgente.

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Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Yang 2020

Giovanni, Domenico e Vincenzo continuano il lavoro avviato negli anni ’50 dal padre, il Cavalier Luigi, occupandosi dei 62 vitati situati sulle Colline Teramane. Le uve, perlopiù autoctone, si trasformano in vini dall’impronta moderna, ma con un timbro varietale riconoscibile. Il Colline Teramane Montepulciano d’Abruzzo Yang ‘20 mette in campo frutti neri croccanti e spezie dolci su una bocca agile e scattante, senza impuntature tanniche. La freschezza del finale invita alla bevuta.

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Montepulciano d’Abruzzo Riparosso 2021

Ancora una volta non possiamo non citare su queste pagine il Riparosso di Lorenzo e Stefano Illuminati, che nella loro cantina di Controguerra sfornano vini moderni, ma senza esasperazioni. Questo Montepulciano non si smentisce mai: la versione 2021 profuma di more mature e prugne e cioccolato fondente; la bocca è ricca e calda ma conserva piacevolezza e dinamica.

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