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In questa puntata vi portiamo tra Toscana e Abruzzo alla scoperta di due vini bianchi. Il vitigno protagonista è il Trebbiano, declinato in due espressioni territoriali affascinati e prodotto in un numero limitato di bottiglie.

Sono 400 i kilometri che separano Torre dei Beati da Monteraponi. Si parte dall’Adriatico, da Francavilla al Mare in Abruzzo. Percorriamo un bel pezzo di autostrada costiera, poi entriamo nelle Marche e via verso l’interno. Ci sono gli Appennini da valicare. Passiamo per l’Umbria, il polmone verde d’Italia e il pensiero va al trebbiano spoletino. Ma questa volta si rimane in quota e si raggiunge Radda in Chianti. È un bel pezzo di centro Italia che percorriamo, una vasta area che condivide alcuni tra i grandi vitigni autoctoni del nostro paese.

Uno di questi è il trebbiano, ma sarebbe sbagliato parlare di una sola varietà, visti i diversi cloni. Ancor più sbagliato parlare di stessi vini, con suoli, altitudini, climi e, non ultime, concezioni svariate di vinificare. Il bello del vino non omologato è rappresentato proprio questo, dalle sue sfaccettature, dalle sue diverse espressioni. Mai fermarsi alla sola varietà, racconta davvero poco. Le due etichette che vi proponiamo oggi su Vini Rari sono pura espressione territoriale e altrettanto pura fattura artigiana.

C’è la parte solare della costa in uno, quella fresca delle vigne di alta collina nell’altro. C’è il contatto sulle fecce per un anno e l’uso sapiente della ceramica in uno, la macerazione di 48 ore e la maturazione in legno piccolo nell’altro. Parliamo del Trebbiano d’Abruzzo Di-vèrto 2021 di Torre dei Beati e del Colli della Toscana Centrali Trebbiano 2021 di Monteraponi. In entrambe la produzione è piccola, in entrambe la produzione è frutto di consapevolezza, esperienza, pensiero.

Vini Rari: due Trebbiano di Abruzzo e Toscana da conoscere

Trebbiano d’Abruzzo Di-vèrto 2021

LA VIGNA | Mezzo ettaro di vigneto a Francavilla al mare, su suolo sabbioso, interamente circondato da boschi. L’impianto di allevamento è il classico tendone, le piante hanno circa 25 anni di età, la pendenza feroce. La particolarità di questi grappoli, ci spiega Fausto, è nella dimensione degli acini, sensibilmente ridotta rispetto alla media della varietà. Quando raggiungono la piena maturazione assumono tonalità quasi rosa. Il nome del vino, diverto, riporta al significato latino: divertere, volgere altrove, si tratta infatti di un esperimento portato avanti da un’azienda che negli anni ci ha deliziato con una gamma squisitamente territoriale e di serissima costanza nel tempo. LE PERSONE | Il progetto di Adriana Galasso e Fausto Albanesi prende il via nel 1999,…

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Colli della Toscana Centrale Trebbiano 2021

LA VIGNA | Che Radda in Chianti sia una delle grandi zone per la produzione di Sangiovese è cosa risaputa, senza dubbio più raro (rarissimo) è invece parlare di Trebbiano da queste parti in epoca recente. Eppure c’è qualcuno che vi ha scommesso e i risultati sono incredibili. Nel 2010 Michele Braganti, titolare di Monteraponi, decise di puntare su questa varietà autoctona che troviamo in tutto il centro Italia, ma che in Toscana offre delle caratteristiche uniche. In passato si trovavano sempre alcune piante nelle vigne “rossiste” perché ‘uva bianca entrava a far parte del taglio dei rossi. Braganti, anziché estirparle come facero allora la maggior parte dei produttori, intuì che da quei grappoli poteva nascere un grande bianco. Prima…

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