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Fabrizio Corona è da poco un uomo libero, anche di dire stronzate. L’ultima lo vede futuro martire della guerra russo-ucraina. Il re dei paparazzi su Instagram ha lanciato il suo grido di guerra:

“Io voglio andare, andrò. Voglio morire in gloria”.

Questo il lapidario commento, anche tombale se vogliamo, all’immagine di Zelensky che dice: “Chiunque voglia unirsi alla difesa dell’Ucraina, dell’Europa e del mondo, può venire a combattere fianco a fianco con noi ucraini. Sarà la prova del vostro sostegno al nostro paese”.

Almeno stavolta Corona sembra essere stato più modesto del solito; si dà già per morto ancora prima di partire. Potrebbe approfittare dell’imminente pellegrinaggio di Matteo Salvini verso il confine tra Polonia e Ucraina, con quello che costa la benzina oggi, conviene organizzarsi bene.

Evidente che Fabrizio Corona stavolta non si fermerà. Ha già iniziato a sparare a raffica. Spara cazzate per tenersi in pronto per quando sparerà col mitra.

Prepariamo i fiori per Fabrinsky, una corona per Corona.

Addio eroe senza paura e senza macchia. Vabbè, più o meno dai.

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Fabrizio Maria Corona (Catania, 29 marzo 1974) è un personaggio televisivo, imprenditore e scrittore italiano.

Ex partner e amministratore di Corona’s, agenzia fotografica di Milano, negli anni è stato coinvolto in diversi procedimenti giudiziari (tra cui la nota inchiesta Vallettopoli); nel 2015 venne condannato definitivamente dalla Cassazione a 13 anni e 2 mesi di reclusione per reati continuati.

Dal dicembre 2019 agli arresti domiciliari per motivi terapeutici, nel marzo 2021 il tribunale di sorveglianza di Milano ne ha disposto il ritorno in carcere; tuttavia, ad aprile dello stesso anno, un collegio dello stesso tribunale ha disposto la sospensione del provvedimento in attesa del pronunciamento della Cassazione, consentendogli quindi di uscire dal carcere e tornare ai domiciliari