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Si riaccende il dibattito sullo Stato di diritto in Polonia e Ungheria. Secondo il rapporto annuale della Commissione europea le preoccupazioni strutturali non sono state affrontate. E la situazione non è migliorata. Varsavia sta pagando una sanzione di un milione di euro al giorno, inflitta dalla Corte europea di Giustizia, per non aver abolito la Camera disciplinare della Corte suprema.

“Continuiamo a chiedere il pagamento della sanzione, ma l’obiettivo non è la multa, sostiene Didier Reynders, Commissario europeo alla Giustizia. L’obiettivo è la piena attuazione dei requisiti della Corte europea di giustizia solo in quel caso sarà possibile interrompere il procedimento”.

Di fatto le sanzioni non cambieranno di molto la situazione. Di recente la Commissione Europea ha approvato il Piano nazionale di ripresa polacco per cercare di spronare il paese ad attuare cambiamenti. Molte promesse però non sono state mantenuto e di fatto il pacchetto di aiuti è bloccato.

Garvan Walshe, analista presso il “Martens Center“: “Se i soldi non verranno trattenuti non ci sarà un incentivo per questi governi a cambiare. Nel caso della Polonia è una questione politica. Ci si domanda se Varsavia ora meriti maggiore sostegno per quello che sta facendo per l’Ucraina. È importante mantenere la stabilità in Polonia per la sua posizione strategica in relazione alla guerra in corso? Sono domande legittime. Da un punto di vista politico la Commissione può continuare a prendere in considerazione le sue misure ma l’applicazione dello Stato di diritto ne risente.”

Polonia e Ungheria sorvegliati speciali

Altro paese nel mirino dell’Unione europea resta l’Ungheria. La corruzione, il pluralismo dei media e gli eccessivi poteri dello stato di emergenza assunti dal governo Orbán restano le preoccupazioni principali della Commissione europea. Intanto Budapest sta iniziando a subire contraccolpi in attesa dell’approvazione del piano di risanamento.

“Questo dimostra che il piano sta funzionando. Il governo ungherese ha difficoltà a raccogliere fondi. Sanno che hanno bisogno di quei soldi. Ed è per questo che Orbán e i suoi sono concentrati su iniziative di poco conto di in di politica interna”, prosegue Garvan Walshe, analista presso il Martens Center.

Tutti i paesi dell’Unione europea hanno ricevuto raccomandazioni per migliorare il proprio Stato di diritto o la libertà di informazione. E il monito della Commissione sta avendo un effetto positivo su molti Stati membri.