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Giovanni Tortora e Marco Cagnetta sono appena stati nominati Amministratori Delegati di Palazzo BN, rispettivamente della parte Ristorazione ed Hospitality.

Si tratta di una delle strutture più lussuose di Lecce, che trova posto in quella che era una sede del Banco di Napoli in centro città. Insieme a Giovanni abbiamo riflettuto su alcuni temi e vi offro non conclusioni, ma spunti, raccontati da lui in prima persona.

Giovanni Tortora e Marco Cagnetta

LA VISIONE E IL DESTINO

“Se vent’anni fa mi avessero detto che sarei diventato un Amministratore Delegato, mi sarei messo a ridere. Mi guardo indietro e penso a quando, da giovanissimo, facevo le pulizie alla stazione di Bari centrale. Non sapevo bene cosa sarei diventato da grande, ma capivo che non volevo fare quello.

Poi l’esperienza decennale da Angelo Sabatelli, da cui ho assorbito il rigore e la disciplina della ristorazione che diventa stellata, lo studio e l’attenzione ai minimi particolari che diventa una deformazione in tutto quello che fai.

Dopo, l’abbandono della comfort zone, in cerca di un ambiente più internazionale e dinamico, nella città italiana che sa di Europa: Milano. Da Olio (il ristorante della famiglia Fusillo) non ero più un maître e sommelier, ma un restaurant manager: gestivo tutto il ristorante, non solo la sala, e con esso i fornitori, il personale e tutta la filiera.

Poi ancora un altro spartiacque: quando venni a Palazzo BN per il colloquio era un vero e proprio cantiere, si costruiva mentre tutto il mondo era fermo per il covid; era la primavera del 2020. Quando ho varcato quella soglia ho visto in prospettiva quello che si stava realizzando; mi è venuto naturale, e ha trovato riscontro nelle persone che andai ad incontrare, tra cui spicca Marco Cagnetta, che affianco qui da BN dal giorno zero e che oggi è l’Amministratore Delegato della parte hospitality della struttura.

Se penso alla parola Visione, credo sia qualcosa che non puoi forzare, viene oppure no, ma in maniera naturale e spontanea. Sta poi a noi coltivarla con le nostre azioni; varcata la soglia del Palazzo pensai ad uno dei miei posti preferiti di Milano, Ceresio 7: un luogo di lusso, sia cocktail bar che ristorante, un ritrovo con un’accoglienza sofisticata in un ambiente rilassato. Era così che vedevo il futuro lì.

Destino? La proposta di entrare a far parte della squadra di Palazzo BN arrivò in un momento in cui avevo imparato – sul campo – a riconoscere le varie declinazioni della ristorazione: stellata e non, di lusso o di fascia media. Mi venne altrettanto spontaneo accettare.”

ATTENTO A QUELLO CHE CHIEDI, PERCHÉ POTRESTI OTTENERLO

“Dopo due anni a Palazzo BN, confidai a Marco che sentivo l’esigenza di avere un ruolo con più prestigio e responsabilità; mi auguravo che ciò potesse accadere lì da BN, ma in quel momento non era così. Lo misi anche al corrente dei miei piani di cercare altrove. Ho però la fortuna di lavorare in un luogo dove il capitale umano è estremamente valorizzato, così fui contattato dalla proprietà perché volevano ascoltarmi, capire dove era indirizzata la mia ambizione.

Nel frattempo cominciai a guardarmi intorno, ma c’era sempre qualcosa che non andava: proposte contrattuali non adeguate, ambienti freddi e chiusi, insomma non ero mai convinto del tutto. Dopo qualche mese il presidente della holding (che, insieme a BN, gestisce anche un teatro, un lido e delle masserie in Puglia) Gianleo Moncaldo informò me e Marco che avevano maturato la decisione di rendere il management di Palazzo BN ancora più autonomo, e che, seguendo una logica intelligente e di valorizzazione del merito, non avevano intenzione di cercare all’esterno, ma la loro scelta era ricaduta proprio su di noi.

Ricordo ancora le parole del Presidente Moncaldo in uno degli incontri che seguirono: ‘Io sono convinto che tu abbia dato il 60% a questo progetto’. Quasi offeso, gli risposi che no, io avevo invece dato il 100%. Così lui mi chiese cosa avrei fatto se il ruolo di AD fosse diventato effettivo in quell’istante, ed io cominciai ad elencargli tutta una serie di idee e miglioramenti che avevo ben chiari in testa. E lui: ‘Visto? Hai ancora tantissimo da fare per noi’.

In quel momento capii cosa aveva visto lui da fuori, nonché le potenzialità che c’erano. Avevo chiesto più responsabilità, ed eccomi servito. Senza mettere piede fuori dal Palazzo.”

OGGI COSA VEDI QUANDO TI GUARDI ALLO SPECCHIO?

“Con un po’ di egocentrismo, sono orgoglioso di me stesso e di dove sono arrivato.

Non ho una laurea in Economia e Management, ma tutti mi chiamano Dottore; ho ricevuto tanti attestati di stima dai miei colleghi e dai nostri clienti affezionati. Lo sento tutto il peso di questa responsabilità, insieme a quella sana paura di quando si sale un gradino più su che ci fa domandare se siamo pronti davvero.

A volte penso che se avessi conosciuto Marco 7-8 anni fa probabilmente la mia carriera sarebbe stata diversa, perché oltre al naturale affiatamento lavorativo che ci unisce, mi ha sempre spinto a lavorare sui miei difetti e a prendere in mano attività (come quelle di ufficio) che prima tendevo ad evitare ma che oggi sono parte importante della mia quotidianità.

Questa nomina è per me un traguardo che consideravo abbastanza irraggiungibile, ma che mi ha regalato anche tanta fiducia nel futuro ed energia nel continuare a fare ciò che amo fare: accogliere”.

Giovanni Tortora

Very Food Confidential.