Prima un raffinato B&B, poi una piccola azienda vinicola. Così dall’Alto Adige Franziska Waldner e Hansjörg Ganthaler decidono di investire sulle Marche e su Lacrima e Verdicchio. Quest’anno arriva il primo Tre Bicchieri al Franz Riserva ’19 di Tenuta di Fra’
Franziska Waldner, famiglia altoatesina di Postal, alle porte di Merano, era alla ricerca di qualche vigneto nelle Marche. Aveva già acquisito un fascinoso B&B quando le si propone l’acquisto di una efficiente e già avviata cantina sui colli di Morro d’Alba. Fiuta l’affare e non ci pensa a lungo. Fa di Gianluca Bartolucci il suo braccio operativo e di Pierluigi Lorenzetti la guida tecnica. Nel volgere di qualche vendemmia i vini acquisiscono nitidezza e definizione, brillantezza aromatica pur nel rispetto delle prerogative varietali.
Tenuta di Fra’. Una storia tra Alto Adige e Marche
Franziska Waldner nasce in una famiglia di albergatori forti di una tradizione secolare a Marlengo, alle porte di Merano. Dopo il matrimonio si sposta nella vicina Postal, sulla riva opposta del’Adige. Ma la mela in genere cade poco lontano dall’albero: anche suo marito Hansjörg appartiene a una famiglia dedita all’accoglienza alberghiera da centinaia di anni. Insieme danno nuova vita all’Hotel Muchele, oggi splendido resort.
Nei primi anni 2000 in vacanza nelle Marche con le tre figlie Martina, Priska e Anna si innamorano dei suoi panorami. Uno degli effetti di questo colpo di fulmine è l’acquisto del Poggio Antico per ricavarne un raffinato “suite & breakfast” sulle colline di Monte San Vito. Nel 2018 si prospetta un nuovo affare: a Morro d’Alba è in vendita un’azienda vitivinicola già avviata. Dice Hansjörg “in Alto Adige siamo stati tra i promotori dei Vinum Hotels, 29 albergatori legati da una grande attenzione a tutto quello che gira intorno al vino, in ogni suo aspetto. Diventare produttori era per noi una specie di sogno, nonché una grande sfida”.
La Tenuta di Fra’ e Morro d’Alba
Buona parte del territorio che circonda Morro d’Alba, posto a una decina di chilometri dall’Adriatico, è rigato dai filari di lacrima nera e verdicchio che si alternano a boschetti di ulivi e ampie porzioni di appezzamenti dedicati ai seminativi. I due vitigni cardine della zona si spartiscono buona parte dei dieci ettari a disposizione della Tenuta di Fra’ ma vi sono piccole porzioni di vigna dedicate al montepulciano e al merlot. La giacitura calda, i terreni di medio impasto con prevalenza di argilla e sabbia, la costante ventilazione garantiscono maturazioni ottimali. I vigneti aziendali sono tutti posti nelle vicinanze e la vendemmia avviene a mano in cassette. Dice Franziska: “io e la mia famiglia volevamo fare un lavoro caratterizzato da una qualità senza compromessi. In questo siamo stati fortunati: il vecchio proprietario Gianluca Bartolucci, con la sua conoscenza di ogni angolo del vigneto e della cantina, entrando a far parte del team tecnico ci ha garantito la necessaria continuità per partire bene. Il resto lo ha messo il talento e la profonda esperienza dell’enologo Pierluigi Lorenzetti”.
I Tre Bicchieri al Castelli di Jesi Verdicchio Cl. Franz Ris. ’19
Il Castelli di Jesi Verdicchio Classico Franz è una Riserva dedicata al padre di Franziska. Prodotto con le uve migliori e tirato in appena 3000 bottiglie, si affina per quasi due anni tra acciaio e cemento mentre il 30% matura in tonneau per qualche mese prima di esser inglobato all’intera massa. Il bicchiere rimanda intensi profumi di mandorla, fiori di tiglio, leggeri accenti d’anice e finocchio selvatico, buccia d’agrumi; il sorso è avvolgente, gustoso, pieno di sapore e lascia la bocca con lentezza in un affascinante riverbero minerale. “L’annata è stata eccezionale e sapevamo che avevamo prodotto un vino molto buono ma non ci aspettavamo i Tre Bicchieri. Pensavamo che da sconosciuti, per giunta non marchigiani, avremmo dovuto fare della gavetta prima che si parlasse di noi. Ne siamo felicissimi e speriamo sia un buon trampolino di lancio” dice la coppia all’unisono.
Il resto della produzione
In realtà tutta la gamma aziendale, nonostante i pochi anni alle spalle, mostra coesione e personalità, anche nei vini più semplici. Prova brillante per gli altri Verdicchio, Primo Ballo e Lorenzo, cristallini nei profumi e dalla beva coinvolgente. Dalle uve lacrima si ottengono il fragrante rosato Ros’Anna e due rossi: Martalie, consistente e in grado di attraversare gli anni, e il Joy, più immediato nei tipici sentori varietali di rosa e amarena. Completano il quadro due rossi importanti maturati in piccoli legni: il materico e nitido Cuvée (da uve montepulciano) e Donna Fra’ a cui il merlot in purezza conferisce tannini dolci e un’accattivante ampiezza olfattiva tra frutti rossi, spezie ed echi affumicati.
a cura di Pierpaolo Rastelli