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L’ex avvocato esterno dell’Eni Piero Amara è stato rinviato a giudizio dal gup di Roma per l’accusa di influenze illecite, assieme all’ex poliziotto Filippo Paradiso. Per i due il processo inizierà il 3 maggio 2023. I fatti risalgono al periodo compreso tra il 2015 e il 2018. Secondo l’accusa, Paradiso, «sfruttando e vantando relazioni con pubblici ufficiali in sevizio presso ambienti istituzionali si faceva indebitamente promettere e consegnare denaro o altre utilità indebite da Piero Amara come prezzo della propria mediazione».

Utilità consistite in somme di denaro per un valore non inferiore a 2mila euro e nella messa a disposizione di carte di credito per viaggi aerei, e di un appartamento a Trastevere, nel cuore della Capitale, per oltre un anno, di cui Amara aveva avuto la disponibilità. Reato aggravato, secondo i pm, per Paradiso nella sua qualità di pubblico ufficiale. Nell’udienza preliminare di ieri mattina, gli avvocati Salvino Mondello e Gianluca Tognozzi, difensori di Amara e Paradiso, avevano chiesto, oltre all’insussistenza del reato così come contestato, anche la trasmissione degli atti per competenza a Potenza ravvisando una connessione con l’inchiesta lì in corso. Il gup ha invece deciso per il rinvio a giudizio nella Capitale.

Amara, nelle prossime settimane, sarà anche interrogato dalla procura di Milano, che sentirà anche il suo collaboratore Giuseppe Calafiore, tra gli indagati nell’inchiesta sul cosiddetto “Falso complotto Eni”, chiusa lo scorso dicembre, dopo circa cinque anni di indagini. In quell’occasione è stata stralciata la posizione dell’ad della compagnia petrolifera Caludio Descalzi e del capo del personale Claudio Granata, ora parti offese per le calunnie contestate allo stesso Amara e all’ex manager del gruppo Vincenzo Armanna, grande accusatore dei vertici della compagnia nel processo sulla presunta tangente nigeriana, conclusosi con con 15 assoluzioni. I pm hanno convocato Calafiore il prossimo 28 febbraio e Amara l’11 marzo. Nell’ambito di questa vicenda è maturata la consegna dei verbali di Amara, al centro dello scontro tra toghe che ha fatto deflagrare la procura meneghina, caso sul quale la procura di Brescia sta ancora indagando e per il quale l’ex consigliere del Csm Piercamillo Davigo è finito a processo.