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Capire da dove si proviene per intuire dove si arriverà: da questa necessità tanto semplice quanto poco scontata nasce, in Bertani, l’idea di realizzare un particolarissimo archivio, una preziosa raccolta monografica della storia che ha reso grande Bertani e il suo Amarone della Valpolicella Classico. Si chiama The Library ed è un progetto che approfondisce non solo le radici dell’azienda, ma della denominazione tutta intera. Si tratta di un libro che il COO di Bertani, Andrea Lonardi, definisce a buon diritto “uno strumento”, capace di narrare il passato e l’identità di questa realtà, proiettando la traccia dei suoi connotati futuri.

The Library è una sorta di “biografia” narrata a suon di approfondimenti e note di degustazione, uno specialissimo diario che custodisce e conserva i capitoli di una vita ancora in corso, manifesta innanzitutto attraverso i suoi vini. Tra queste pagine si celano le note di degustazione di 48 annate di Amarone della Valpolicella Classico Bertani, selezionate dal Master of Wine Nick Jackson, all’interno di un arco temporale che va dal 1958 al 2013 (annata, quest’ultima, di cui è prevista l’uscita sul mercato nel 2023).

The Library racconta, come nient’altro, la storia di Bertani e del suo stile. Uno stile fatto di insistente leggerezza, di quella freschezza tenace che persiste e stupisce negli anni. L’Amarone della Valpolicella Classico di Bertani è un vino che asseconda i criteri di morbidezza voluti dalla sua tipologia, firmandoli tuttavia con quel tratto indelebile che delega l’ultima parola alla sapidità, al ricordo citrino o allo sferzo tannico.

L’Amarone della Valpolicella Classico è un vino che vive di equilibri, combinazione di metodo produttivo, scelta dei vitigni impiegati nel blend e loro percentuale, annata, tecnica e condizioni di appassimento delle uve e territorio, quel territorio fatto da suoli marcatamente calcarei e argillosi. Bertani ha sempre cercato il proprio equilibrio fra tutte queste parti, perseguendo un gusto scevro da pesantezze e, per questo, spesso controcorrente. Eppure, quel gusto è proprio il timbro che sopravvive al tempo e a cui la natura concede di evolvere, di svilupparsi in trame ora distese ora più contorte, ora scure ora succose, ma sempre e comunque elegantissime, senza che la struttura, il sorso e l’espressività si perdano mai.

DEGUSTAZIONE

AMARONE DELLA VALPOLICELLA CLASSICO

1967

Che sia estremamente complesso e stratificato può non sorprendere, sebbene sia sempre meraviglioso perdersi fra gli aromi tostati del caffè, le note confortanti della prugna secca e della confettura di ciliegie, le tinte balsamiche e lo sfondo terroso di carruba. Quello che realmente spiazza, però, è la bocca. Lo sferzo tannico qui è una componente incisiva, legata a quei paradigmi di freschezza e sapidità che rendono questo Amarone della Valpolicella apparentemente molto più giovane dell’età che porta. Sfuma su una lunghissima eco di caffè e liquirizia.

1975

Il frutto rosso del naso qui è leggermente meno accomodante, con colori certamente di maturità ma con una schiettezza dai ricordi giovanili. Cacao, terra, cenere, foglie di the e caffè dipingono un naso stratificato e in continua espansione. La bocca manifesta in pieno lo stile Bertani, con quelle dinamiche fresche, saline e tridimensionali di un sorso pieno ma leggiadro. Segnato da una freschezza indelebile, annuncia una vita che ha ancora da sfogliar capitoli.

1981

Nel tripudio scuro della terra, della carruba e del tabacco, si fa largo in misura maggiore che nei precedenti calici un timbro speziato che viaggia dal pepe allo zenzero. Sebbene il naso mostri una bella complessità, manca forse un po’ di quella tridimensionalità eccezionale delle altre due annate. La bocca, tuttavia, si afferma con equilibrio superiore, dove il tannino e le durezze hanno già trovato una sorta di mansuetudine. Emerge una componente minerale, al sorso, definita da una traccia salina in evidenza e da una persistenza ferrosa. Perfetto da bere ora.

1998

Il naso di questo Amarone della Valpolicella Classico 1998 è il più dolce e maturo della batteria. Rimane un passo indietro agli altri sulla stratificazione del naso, componendosi primariamente di note fruttate morbide e spezie dolci. Il sorso ricalca il naso, entrambi definiti da un approccio più dolce e rotondo.

2005

Naso intensamente speziato, dove il frutto mantiene dei tratti croccanti, freschi, succosi e le note di propoli, pepe bianco e miele assumono il protagonismo del profumo. La bocca è straordinariamente equilibrata, bilanciata, fin quasi cremosa. Mantiene la finezza di una spina dorsale fresca e intensamente salina, ma si rende prontissimo per essere goduto ora, senza doverlo attendere oltre.

2012

Un giovinetto fuoriclasse, che dosa a piccolissimi passi la sua evoluzione attraverso gli anni. Il naso si divide tra la fragolina, il frutto rosso di bosco e le spezie, con un timbro fresco che ricorda persino l’agrume. La bocca si sta già componendo in un equilibrio che poggia sul consueto intreccio di freschezza e salinità, definendo un sorso che è, soprattutto, preciso e pulito.

bertani.net

Sofia Landoni

Rarissima specie di Milanese purosangue. Mentre si laureava in Scienze Agrarie, studiava Canto Moderno Professionale. Attratta in modo irreversibile dall’armonia, è diventata Sommelier e Degustatore ufficiale. Il lavoro presso due cantine le ha fatto mettere le mani in vigna e oggi collabora con diverse Redazioni e Guide Vini per raccontare di tutto ciò che sa di vita.

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