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Soppesa tutto, il Pinot Nero. Scandisce il tempo a modo suo, centellina risorse ed espressione. Ama il freddo, accoglie il sole, trova la sua dimensione in terreni poveri, ma ciò che più di tutto lo caratterizza è una certa dose di indipendenza, superiore a quella di altre varietà. Il Pinot Nero decide da sé, senza la parvenza di alcun compromesso. Raggiunge la piena maturità a seguito di un percorso lento e testardo, insidiato dai marciumi. La raggiunge senza programmarla e senza urlarla ai quattro venti, nella discrezione di una parentesi silente che dura lo spazio di una manciata di giorni appena. Superata quella breve finestra di concessione, il Pinot Nero si perde nel marasma della sovramaturazione e del sorso pesante. Quando anticipata la raccolta per timore, invece, il Pinot Nero restituirà solo l’asprezza verde dell’immaturità. Il Pinot Nero non si paragona a nessun altro vitigno. Fiero, per certi versi altezzoso, elitario, selettivo, testardo e scontroso, ma anche delicato e fragile, timoroso di tutto, capace di assorbire il luogo in cui si trova e modularsi su di esso in una costante novità. Il Pinot Nero è soltanto il Pinot Nero.

Grappolo di Pinot Nero (photo credits Florian Andergassen)

Dall’estremo nord Europa fino al sud del mondo, il Pinot Nero è un camaleonte del territorio ed è un pungolo, una sfida per i viticoltori di ogni dove. Il suo trono è posizionato in Borgogna, dove gode di un particolare terroir e di una familiarità esercitata dai viticoltori per diversi secoli. Ciò che diventa fil rouge di ogni Pinot Nero nel mondo non è, tuttavia, il timbro borgognone o lo charme francese, ma bensì l’eleganza. Questo noi cerchiamo precisamente in un Pinot Nero, l’eleganza.

In Italia le due principali culle del Pinot Nero si trovano ai due estremi del nord, in Oltrepò Pavese e in alto Adige. Se il primo, tuttavia, fa scuola nella spumantizzazione del vitigno, il secondo è la zona di elezione del nettare rosso rubino chiaro, finissimo e principesco come solo lui sa e può essere.

Tanto è legata la storia del Pinot Nero all’Alto Adige, che nacque, qui, un’Associazione, ben 24 anni fa. Si tratta dell’Associazione Giornate del Pinot Nero, ente preposto a tutela e valorizzazione del Pinot Nero in tutto il Paese, da nord a sud, che annualmente organizza un evento celebrativo e formativo che rende possibile degustare Pinot Nero provenienti da ogni parte d’Italia e un concorso che ne vada a premiare le dieci migliori interpretazioni.

L’Associazione Giornate del Pinot Nero nacque nei pressi di Egna, da un gruppo di viticoltori altoatesini dediti alla coltivazione di tale varietà e oggi guidati da Ines Giovanett, proprietaria dell’azienda Castelfeder. Un gruppo di produttori giovani, capaci di trasformare il legame con la propria terra in uno slancio consapevole verso il futuro, dove produzione vitivinicola e promozione turistica del territorio procedono in sincrono attraverso iniziative come lo sviluppo dei sentieri tematici nel Parco del Monte Corno organizzate dalla società cooperativa turistica Castelfeder Sulla Strada del Vino. Qui sarà possibile svolgere trekking più o meno impegnativi, godendo di meravigliosi panorami sulle colline di Egna, Ora, Mazzon, Termeno, Cortaccia, e imparando, nel contempo, qualche piccolo segreto della viticoltura locale e del suo celebre Pinot Nero.

Del resto, qui esisteva una piccola e preziosissima enclave di Pinot Nero già da un paio di secoli. Stiamo parlando proprio di Mazzon, lembo di terra ai piedi del Monte Corno scelto dal vitigno più vezzoso del mondo come casa. Una serie di circostanze benedette da bacco qui si è incontrata per dare un vino riconosciuto come eccellenza già nella prima metà degli anni novanta, quando si cominciò a riportare la specifica della zona Mazzon in etichetta. Ad oggi l’Associazione Giornate del Pinot Nero si fa portavoce anche della ricerca attuata sul territorio, che mette in luce l’esistenza di differenti sottozone, del tutto assimilabili ai cosiddetti “cru”.

Sono tante, infatti, le aree che, insieme a Mazzon, possono caratterizzare l’espressività del Pinot Nero, arricchendolo di carattere territoriale ma preservando sempre intatto quel fascino e quell’eleganza che lo rendono riconoscibile ad occhi chiusi. La storica Mazzon, l’alta e fresca Glen, le promettenti Aldino, Pinzano, Val Venosta, Appiano Monte, e molte altre. Il pantone composto dal vitigno più enigmatico e introverso del globo non è certo piccolo, né qui né altrove. E a testimonianza di questo ci sono eventi come le Giornate del Pinot Nero, che rendono esperibile la tempra della varietà e la sua sorprendente declinazione nel mondo.

 

DEGUSTAZIONE

TOP 5

 

 

PINOT NERO MASON 2019, MANINCOR

Alto Adige

Equilibrato in tutto, un vino da manuale e di incredibile charme. Incarna l’eleganza del Pinot Nero, la sottigliezza di un sorso che si fa incisivo non per irruenza ma per fascino. Naso di frutta rossa matura, delicata rosa e una trama scura a tessere lo sfondo. La bocca è fresca, ancora giovane ma già ottima da bere ora, come dimostra il tannino uniforme e leggiadro.

 

PINOT NERO PIERRE 2019, CAVE GARGANTUA

Valle d’Aosta

Un Pinot Nero che si veste di grande complessità. Il naso è scuro, con note terrose di foglia secca e tartufo. La bocca è fresca, tesa, con tannino omogeneo e affatto aggressivo, presupposto di eleganza. Sfuma su un ricordo leggermente balsamico.

 

PINOT NERO VENTISEI 2019, IL RIO DI PAOLO CERRINI

Toscana

Un’interpretazione di Pinot Nero eccellente, ma sarebbe forse meglio dire eccezionale. Composto, finissimo, complesso e intrigante: il Pinot Nero de Il Rio di Paolo Cerrini le ha trovate tutte per farsi applaudire. Il naso è di frutto rosso di bosco, la bocca è una carezza tannica di millimetrico equilibrio con il corpo e le durezze. Un vino che sa stare in una precisione stilistica e che, al contempo, da questa linearità straborda regalando emozione.

 

PINOT NERO DIAMANTE NERO 2019, CASTELSIMONI

Abruzzo

Questo è un Pino Nero che devia dalla classicità. Non cede affatto sull’eleganza – prerogativa imprescindibile di un Pinot Nero – ma si presenta in una chiave straordinariamente gioviale, solare, piacevole. Del resto siamo in Abruzzo, terra solare per indole ancora più che per clima. Il naso ricorda la scorza d’arancia e le spezie, preludio a una bocca che ha sì una bella trama tannica senza tuttavia elevarla  a protagonista. Sorso piacevole, disinvolto, che invoglia alla beva senza pensieri.

 

PINOT NERO PERNICE 2019, CONTE VISTARINO

Lombardia

Un’altra icona del Pinot Nero vinificato in rosso. Il Pernice di Conte Vistarino è ormai ben noto tra gli amanti del vitigno e, anche nell’annata 2019, riconferma tutti i suoi numeri da fuoriclasse. Che dire, naso di frutta e di terra, naso da scoprire pian piano. Sorso fiabesco, con quella freschezza che pare una finitura di cesello, e il tannino levigato che danza sul palato anziché afferrarlo con violenza. Una riconferma o forse una continua meraviglia.

 

castelfeder.info

Category: spa