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La parola alla storia.Se vogliamo parlare di fascismo, dobbiamo farlo soltanto in ambito storico. Il fascismo considerato come un problema corrente della vita sociale italiana, un problema politico attuale, è un discorso totalmente inutile.

Se qualcuno crede che oggi in Italia possa tornare ad avere un’influenza quello che fu il fascismo, è semplicemente un visionario. Non esiste alcuna condizione in questo senso. Tutti i partiti di destra che si sono ispirati apertamente al fascismo non hanno mai ottenuto risultati elettorali a due cifre.

Basti pensare alla galassia di partitini dai quali è composta l’estrema destra che si è sempre ridotta, nella storia della Repubblica, a dover essere extraparlamentare. Fatto salvo il caso della Fiamma Tricolore di Pino Rauti, che comunque non riuscì ad esprimere più di un senatore e di un deputato.

Addirittura un partito che si fregiava del nome stampato gigante di Mussolini, e di una continuità per linea di sangue quale Alternativa Sociale, non elesse parlamentari.

Tutta la galassia di partitini quali Forza Nuova, Fronte Nazionale, Movimento Idea Sociale, Movimento Sociale rifondato e persino un partito chiamato Fascismo e Libertà, con tanto di fascio littorio come simbolo, hanno sempre ottenuto risultati volgarmente definibili in gergo politichese da schedina.

Poi la storia del MSI nella prima repubblica è comunque la storia di un partito totalmente escluso dall’arco costituzionale, che governò per un breve periodo grazie a Fernando Tambroni, al quale costò pur da ex-presidente del consiglio addirittura il non essere mai più ricandidato.

Il MSI qualche percentuale migliore la ottenne grazie all’apertura che giungeva tramite la fusione con la Destra Nazionale che aveva portato dentro esponenti cattolici e monarchici. Ma il partito dei reduci di Salò non fu mai in grado di condizionare in alcun modo l’azione di governo. Fu un partito tenuto fuori da tutto.

È importante studiare la storia

Questo non diminuisce il valore accademico di studiarne la storia, di comprendere le ragioni e le posizioni.

Ma così come movimento politico il fascismo è morto.

In Italia si parla moltissimo di antifascismo, ma in fondo oggi è più una posizione culturale di rendita politica ed intellettuale che un’esigenza.

Alla fine degli anni venti dello scorso secolo il poeta romano Lauro De Bosis, fondò la prima importante organizzazione, ovviamente clandestina al tempo, antifascista denominata Alleanza Nazionale per la Libertà. Paradossalmente nome in parte ripreso dal partito erede del Movimento Sociale Italiano, quasi settant’anni dopo.

Ma era un’associazione clandestina che riuniva forze politicamente differenti, e che trovava il suo senso proprio nel fatto che c’era un regime fascista al governo.

Oggi il fascismo è finito.

L’esigenza di isolarlo politicamente con leggi, rassemblemant politici è marginale. E spesso viene usata per cercare di invocare un pericolo inesistente al fine di contattare uno schieramento fragile.

È il tempo di dare la parola totalmente alla storia.

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