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Gas – La commissione europea grazie al progetto del “Price Cap” potrebbe essere l’ispiratrice di una puntata del noto spettacolo televisivo. Vittime designate dello scherzo sarebbero l’Italia ed altri 15 paesi dell’Unione. Complice la Stampa italiana che già applaude la misura farlocca. Spettatrici divertite la Germania e l’Olanda che già se la ridono. Lo scherzo consiste nel mettere un tetto al prezzo del gas troppo alto, con delle regole lunari e di fatto non attuabile. Ma spieghiamoci meglio Il tetto del gas è una misura mediocre pensata da governi generici medi con in testa un banchiere, Mario Draghi, non un gran che, ma ben vista dalla maggioranza dei governi dell’Unione. La commissione risponde invece con uno “scherzo da prete”. Il price cap sul gas infatti sarebbe dovuto scattare solo una volta superato il prezzo di 275 Euro Kw/h per 15 gg, cosa che non è accaduta neppure nei peggiori momenti ad agosto, quando si comprava a qualsiasi prezzo. Che il prezzo TTF superi di 58 euro il prezzo di riferimento del gas naturale liquefatto, il che significa confrontare un prezzo spot, poco indicativo, con un prezzo medio la cui creazione è misteriosa. Parlando chiaro la misura studiata dalla commissione sarebbbe stata inutile dannosa e non richiesta da alcuna nazione se non la Germania. Dimostrando la parzialità di un organo. La commissione europea che dovrebbe invece essere imparziale. 

Soddisfatta solo la Germania

Oltre la facile ironia la proposta cosi formulata ha deluso molto i Paesi come Italia, Francia e Spagna che da mesi attendevano la proposta dell’esecutivo Ue. Soddisfatti invece per ora i Paesi contrari al tetto. In testa la Germania che teme infatti il rischio incombente che il tetto al prezzo metta gli acquisti fuori mercato. Creando un collo di bottiglia nelle forniture ed addirittura secondo l’agenzia federale tedesca per le reti il timore di un razionamento se le scorte si dovessero abbassare scendere sotto il 40%. Alla fine quindi, il consiglio staordinario sull’energia in cui i ministri avrebbero dovuto approvare una serie di misure di freno ai prezzi dell’energia per il 2023 è finito incagliato sul price cap del gas. Niente acquisti congiunti ne misure di condivisione delle forniture Almeno fino a quando non ci sarà un accordo sul tetto al prezzo del gas da approvare congiuntamente. 

Tutto rimandato al prossimo consiglio straordinario

Ne riparleremo al prossimo consiglio straordinario. Dove i ministri dell’energia tenteranno ancora di raggiungere un accordo complessivo prima del Consiglio europeo previsto per il 15. Il pacchetto energia è praticamente pronto ma il price cap divide i governi dell’Unione. Dal canto suo Mosca, che non vede di buon occhio il price cap e ci mette del suo.  Gazprom infatti minaccia di ridurre ulteriormente oltre l’attuale 85% le forniture di gas all’Europa che transitano dall’Ucraina. Il motivo sarebbe un fantomatico furto di gas destinato alla Moldavia. Mentre di là dell’Atlantico gli americani godono di prezzi del GNL molto più bassi che in Europa e oltretutto preferirebbero esportalo in Asia. Riusciranno le nazioni europee a disinnescare la bomba dei prezzi del gas. Saremo capaci di creare meccanismi semplici trasparenti e condivisi per garantirsi forniture abbondanti e regolari in tempo per l’inverno incombente?

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