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Bagni in marmo: il fascino di una materia prima elegante e magnetica

Nella suggestiva cornice dell’Atelier Wilmotte a Parigi, abbiamo incontrato il celebre architetto Jean-Michel Wilmotte insieme a Roberto Xompero, direttore generale di Margraf per la presentazione della collezione di bagni in marmo. Un progetto che interpreta in forma inedita un materiale dalle infinite potenzialità espressive. L’abilità sta proprio nel creare un sapiente gioco di accostamenti, con materiali, forme, texture e colori che mettono il marmo al centro della scena, ma anche al servizio dell’ambiente in cui si inserisce. «Da oltre 45 anni ho una profonda conoscenza del marmo. Ogni mese vado a Carrara per visitare le cave e approfondire l’origine di queste pietre. Con Margraf abbiamo cercato di realizzare qualcosa di diverso. E sin dal primo incontro è nato un rapporto di stima e reciproca fiducia», racconta Jean-Michel Wilmotte.

Collezione Gradina, Margraf 

Un’eredità storica nel Veneto

La storia di Margraf – in origine Industria Marmi Vicentini – ha inizio nel 1906 in provincia di Vicenza, a Chiampo, e si caratterizza, fin dalle origini, per una spiccata attenzione alla ricerca e all’innovazione tecnologica e, soprattutto, per la collaborazione con prestigiosi architetti internazionali. Oggi Margraf rappresenta una realtà leader nell’estrazione e nella lavorazione di marmi e pietre naturali provenienti da tutto il mondo. «In questa collezione abbiamo cercato di valorizzare la materia. In particolare, il Fior di Pesco Carnico, un marmo esclusivo di Margraf, che non conoscevo prima, e si è rivelato magnifico. Nei nostri progetti usiamo spesso la pietra, ma di solito trattiamo materiali più tradizionali. Quando abbiamo visitato l’azienda, per la prima volta nella mia vita ho visto tante varietà di pietre», prosegue l’architetto.

Margraf, Origo, Fior di Pesco Carnico

Courtesy Margraf 

La collaborazione con Wilmote nasce da un’intuizione di Giovanna Gagliardi, fondatrice dell’agenzia Gagliardi & Partners, che ha proposto di realizzare una gamma di prodotti con il celebre architetto di fama internazionale e con una profonda conoscenza della materia. «Ci siamo incontrati e abbiamo subito capito che insieme potevamo realizzare un progetto sfidante. Il nostro obiettivo è stato infatti di metterci a disposizione dell’architetto per conoscerci in maniera approfondita», spiega Roberto Xompero, direttore generale di Margraf

Collezione Herma, Margraf 

Courtesy Margraf 

La materia viva cuore del progetto

A guidare il progetto è proprio la passione per la materia. L’idea è stata quella di creare una collezione di prodotti contemporanei attraverso la decostruzione della materia litica, ottenendo dunque una certa irregolarità che esalta il contrasto tra la pietra naturale, dall’aspetto grezzo e dalla forma irregolare, difforme e mai uguale. Un dialogo armonico tra elementi della natura ed elementi creati dall’uomo. «Sono rimasto affascinato dalle venature che si ritrovano nella pietra naturale, a volte doppie come uno specchio. In Margraf ho trovato professionisti con elevate competenze. Sono persone che hanno la pietra nel sangue. Dopo una visita di due giorni l’azienda ci ha chiesto di disegnare qualcosa di esclusivo. Così in pochi mesi abbiamo realizzato il progetto», prosegue l’architetto. Un’azienda visionaria che ogni giorno si dedica molto alla ricerca, individuando sempre nuovi materiali per ampliare la gamma con pietre uniche ed esclusive. Un punto di riferimento a livello internazionale per architetti e designer. «Abbiamo materiali in esclusiva in gamma e c’è anche l’idea di acquistare nuove cave. Oggi siamo proprietarie di tre cave e la più antica è quella del fior di pesco che risale al 1930». 

Ispirazioni architettoniche e lavorazioni d’eccellenza 

Così la nuova collezione bagno disegnata per Margraf integra alla perfezione la capacità produttiva e di lavorazione unica al mondo dell’azienda vicentina con l’esperienza progettuale e lo stile inconfondibile di Wilmotte. «Cerchiamo sempre di combinare la parte industriale e il lavoro manuale – dice Roberto -. Se osservate il lavabo, la scalfitura è stata lasciata volutamente grezza e non passata a macchina. Con questa collezione volevamo metterci in gioco. Si è trattato di un progetto realizzato a quattro mani dalla fase dell’ideazione alla produzione». 

Margraf, Origo, Fior di Pesco Carnico

Courtesy Margraf 

I lavabi di entrambe le collezioni Herma e Gradina – la prima in versione squadrata e l’altra circolare – appoggiano su delle strutture in ferro nero, che con le loro linee diritte esaltano il rigore minimalista e trasformano i due lavabi doppi in veri e propri tavoli: un nuovo concetto di benessere. Una collezione che nasce con l’intento di dimostrare ad un vasto pubblico le potenzialità espressive del marmo. «In futuro ci piacerebbe esprimere le nostre competenze con un progetto architettonico di grande portata», ci confida Roberto. 

Cava Margraf

Courtesy Margraf 

Una scelta sostenibile votata alla crescita 

Altro tema caro a Margraf è la sostenibilità. È infatti da sempre impegnata in azioni che riducono l’impatto sull’ambiente. L’azienda investe in interventi per salvaguardare il Pianeta: dalle attrezzature tecnologicamente più avanzate ai progetti di recupero del paesaggio, fino ad un forte investimento nel risparmio energetico e nell’impiego di risorse rinnovabili. 

«Siamo la prima azienda del settore con un bilancio di sostenibilità, che lanceremo ad aprile e oltre al tema ambientale, tratteremo i temi della sostenibilità sociale ed economica. Per noi sono anche importanti le collaborazioni con le cave, i posatori e l’ingegneria che ci aiutano nella realizzazione di un progetto. Investiamo anche nelle risorse interne attraverso corsi di formazione e campagne nelle Università. Ad esempio abbiamo stretto una collaborazione con la scuola degli scalpellini di Venezia», conclude Roberto. Una realtà dalla grande sensibilità che guarda all’innovazione ma preservando sempre la bellezza della materia.