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Buon viaggio presidente ! Questa mattina presto ci ha lasciati Roberto Maroni. Ex segretario federale della Lega Nord, ministro ministro dell’interno, vice presidente del consiglio, e Presidente della regione Lombardia.

Un’intelligenza unica

Ho avuto modo di conoscere Roberto Maroni. Anche personalmente. Ho letto i suoi scritti, apprezzato il suo operato come uomo delle istituzioni ed anche come esponente moderato della Lega.

Era un uomo intelligentissimo. Aveva un’intelligenza tagliente, molto arguto, estremamente colto. Non era un oratore d’impatto. Ricordo ancora il suo discorso, sul prato di Pontida. Lo storico raduno leghista, dove Umberto Bossi anche malato, riusciva ad infervorare la folla. Maroni non era uomo da infervorare con un discorso. Non aveva toni forti e neppure un oratoria d’impatto. Ma la mente era di una lucidità unica.

Ricordo una cena con lui, insieme a non più di una ventina di persone. Lo conobbi in quella occasione, come un interlocutore piacevolissimo che sapeva conquistare tutti i commensali. Al di là del tono istituzionale che tutti gli attribuivano era un uomo simpatico, dalla battuta pronta, sempre estremamente rispettoso di tutti.

Come penna non aveva pari. Scriveva benissimo, da giovane aveva sognato di fare il giornalista. Se i leghisti erano rapiti dai discorsi di Bossi, sognavano sui libri dei Maroni.

La migliore risorsa

Sicuramente Roberto Moroni è stato per molto tempo la migliore risorsa della Lega. Soprattutto perché, era un uomo che credeva profondamente nell’autonomia e nel federalismo, però in grado di avvicinare un pubblico più ampio. Rappresentava quella classe di ottimi amministratori padani, che erano riusciti a conquistare il rispetto dei cittadini con i loro risultati. Ma anche, e soprattutto con la sua moderazione, rappresentava la migliore possibilità di andare oltre il consenso tradizionale del movimento.

Barbaro sognante

Barbaro sognante è l’espressione con la quale lui stesso si definiva. Uomo sinceramente e profondamente legato a quel movimento che insieme ad Umberto Bossi aveva costruito. Credeva in quel progetto che aveva visto nascere, nel quale aveva investito i primi risparmi. Ne era parte stessa inseparabile.Eppure per le sue qualità, addirittura i giornali più ostili al suo partito, ospitavano spesso i suoi interventi.

Con lui oggi scompare quel Barbaro Sognante, che sapeva aprire nuovi orizzonti all’autonomia ed al Nord.

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