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«Avrebbe potuto mettere fine alla mia carriera» ha detto la star sulla pellicola di Todd Field

Cate Blanchett ha vinto il Bafta 2023 come miglior attrice per il suo ruolo in Tar, ma proprio quella parte è stata «molto pericolosa, e avrebbe potuto mettere fine alla mia carriera». L’ammissione è arrivata proprio sul palco del premio britannico, durante il discorso seguito al ritiro del premio. Un monologo «non preparato», durante il quale l’attrice si è emozionata ringraziando la propria famiglia per il supporto offertole.

Cate Blanchett in Tar, perché ha vinto

La 53enne attrice, che nel film interpreta il direttore d’orchestra Lydia Tar accusata di abusi sessuali, ha ringraziato il marito Andrew, i figli Dashiell, 21 anni, Roman, 18, Ignatius, 15, ed Edith, 7, e anche la madre per essere stati così pazienti con lei durante i lunghi mesi di lontananza mentre lei girava il film in Germania.

«Grazie per avermi lasciato andare» ha detto. Quindi ha anche ringraziato la casa di produzione perché il film avrebbe potuto rappresentare «la fine della mia carriera». È stata una pellicola «molto pericolosa, un’impresa, e quindi grazie per aver tenuto i nervi saldi».

Cate Blanchett, remiata ai Bafta 203 per il film Tar (foto Ansa)

Un anno straordinario per le donne

Cate Blanchett ha nominato anche le altre colleghe che assieme a lei erano candidate al premio come miglior attrice (Viola Davis, Ana de Armas , Danielle Deadwyler, Dame Emma Thompson e Michelle Yeoh), ricordando che «è stato un anno straordinario per le donne», e con le loro interpretazioni «sappiamo di essere solo la punta dell’iceberg».

Ogni anno, ha proseguito l’attrice durante il proprio discorso, «queste recitazioni straordinarie e idiosincratiche abbattono il mito secondo cui l’esperienza delle donne è monolitica».

Le polemiche sul film con Cate Blanchett

In seguito l’attrice ha raccontato che sebbene il personaggio della direttrice d’orchestra Lydia Tar «non potrebbe essere più lontano dalla mia esperienza personale», proprio per questo si è più «profondamente connessa con la sua storia, è stata più di un personaggio».

E proprio qui è nata la pericolosità del ruolo interpretato, che ha dato voce a non poche polemiche. Come quella aperta da Marin Alsop, nota direttrice d’orchestra americana, che ha detto di essersi sentita «offesa» dal film come donna, come direttrice e come lesbica. «Hanno avuto l’opportunità di ritrarre una donna direttrice d’orchestra e l’hanno trasformata in un’abusatrice. Mi ha spezzato il cuore».

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Un film provocatorio

Ma Cate Blanchett ha risposto che si tratta di un film «molto provocatorio, che susciterà risposte molto forti». E riguardo alle critiche di Marin Alsop secondo cui c’erano «molti uomini reali e documentati» sui quali il film avrebbe potuto basarsi, l’attrice ha chiarito che la musicista «ha il diritto di avere la propria opinione. Ma qui si tratta di meditare sul potere e sui suoi effetti. E il potere non ha genere».

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