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Antifascismo oggi, slogan o dovere morale? Che cos’è oggi l’antifascismo sbandierato nelle manifestazioni di piazza, ed ancor di più per preparare, e successivamente supportare la vittoria di Elly Schlein?

Cosa fu l’antifascismo

Storicamente l’antifascismo fu un articolato ed estremamente variegato, movimento di resistenza ad un regime che deteneva un potere autoritario. L’antifascismo in Italia, quando il fascismo era il potere, fu un vivaio di idee, tra le altre cose molto differenti, che però voleva abbattere chi governava.

Ci volle non soltanto l’otto settembre e successivamente la svolta di Salerno per creare un fronte unitario di queste forze. Durante il regime le forze antifasciste non collaborarono in maniera omogenea tra di loro. Perché figlie di varie sensibilità politiche.

L’antifascismo e la resistenza

Qualunque ricostruzione storica, deve riconoscere alla resistenza di aver  coalizzato e catalizzato tutte le forze antifasciste. Con l’aiuto degli alleati, con il sostegno anglo-americano, ma sicuramente in quel momento la resistenza ha composto un fronte comune;unitario sarebbe stato impossibile visto le truppe differenze interne a tale fronte.

Però poi, con la sconfitta militare il fascismo è definitivamente crollato e l’Italia si è aperta al pluralismo politico. Dunque abbattuto il regime, è venuta a mancare la necessità del fronte comune.

Niente di nuovo, è sempre accaduto nella storia. Finita la monarchia, gli antimonarchici sceglievano più formazioni politiche, non dovendo più contrastare un regime più forte insieme. Abolita la schiavitù di abolizionisti, sceglievano liberamente le varie collocazioni politiche.

L’antifascismo immediatamente dopo il fascismo

Il regime fascista è durato vent’anni. Ed ha visto la partecipazione, per convinzione, o per interesse, di milioni di Italiani. Dunque, nell’immediato dopoguerra, tutti i partiti cercarono di incorporare segmenti che venivano da quel mondo. Perdonandoli di essere stati fascisti, purché accettassero di non volere continuare ad esserlo.

Erano marcati a fuoco, solo colori i quali volevano continuare a definirsi fascista, non chi l’era stato.

I due filoni

All’alba della repubblica gli antifascisti, si dividono in due tronconi principali. Coloro i quali, come De Gasperi e Saragat volevano rimanere nel mondo occidentale e  guardare verso le potenze atlantiche.  E coloro i quali, come  Togliatti e Nenni, avrebbero voluto che l’Italia entrasse nell’orbita dell’Unione Sovietica. I primi avevano scelto la democrazia liberale. I secondi volevano sostituire un regime con un altro regime.

Ora qui c’è da dire che l’antifascismo del dopoguerra di certo non fu tutto uguale. E probabilmente finiva di avere senso questo termine, se non come preservazione di memoria storica.

Cos’è oggi l’antifascismo

Oggi che siamo lontani dal ricordo dei fasti del regime, l’antifascismo cos’è? C’è chi parla di una sorveglianza costante contro improbabili reviviscenze.Ma in Italia ci sono meno possibilità che il fascismo torni al potere, di quante ne abbiano i Savoia di riconquistare la corona.

Bisogna pagare in faccia la realtà e ammettere che l’antifascismo è diventato un mezzo per preservare una posizione di rendita. L’argomento da cavalcare, per convincere tanti a turarsi il naso ed a correre in soccorso di partiti che sono diventati consorterie di potere.

Il mezzuccio di taluni politici, per riportare i giovani alle urne , ammortandosi di una morale che non gli appartiene più. Un trucco retorico di chi vuole mantenere il potere.

Il vero regime

Quando l’egemonia culturale del pensiero dominante ha in mano le università, i giornali, l’economia, quale regime c’è necessità di abbattere? Uno ipotetico o uno che soffoca qualunque posizione mettendo all’indice chiunque dissenta?

Il Partito Democratico è andato per undici anni al governo, senza mai vincere le elezioni. Ha avuto qualche remora o un minimo di rispetto per la volontà popolare in questo?

Fanno riflettere in questo senso le parole di Marco Rizzo,uno tra i leader di Democrazia Sovrana Popolare :”Non si può strumentalizzare l’antifascismo per fini elettorali. I partigiani, quelli veri, si rivoltano nella tomba. Oggi essere antifascisti, significa essere contro la guerra imperialista. Oggi l’antifascismo non può essere altro che essere contro il totalitarismo liberista e globalista”.

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