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“Perdersi a zonzo”, è la migliore delle opzioni per conoscere intimamente Ragusa e Ibla, scriverà Gesualdo Bufalino ne La luce e il lutto e predisporre lo spirito: “Ci vuole una certa qualità d’animo, il gusto per i tufi silenziosi e ardenti, i vicoli ciechi, le giravolte inutili, le persiane sigillate su uno sguardo nero che spia”. Una città sospesa, con i suoi silenzi e la sua storia capaci di inebriare: “Qui giunti si avverte l’impressione di una frontiera”, dirà di Ibla Leonardo Sciascia.

La splendida e colta Ibla, ancestrale nome di Ragusa, gioiello dell’arte barocca in Sicilia, già popolata intorno al XV sec. a.C. dai Siculi, con le sue piazze, i suoi vicoli quieti, le sue chiese, i cortili luminosi. Origini antichissime plasmate attraverso le dominazioni di popoli e culture che ne hanno deciso il destino, lasciando sempre qualcosa. Romani, Bizantini, Arabi, Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi, fino al 1693 anno di un devastante terremoto che la rade al suolo decimando più della metà della popolazione, insieme a buona parte della Sicilia sud-orientale, ma che sarà segno di rinascita. Ragusa saprà risorgere diventando ancora più bella, grazie alle architetture raffinate in stile tardo barocco che segneranno la costruzione di sontuosi edifici e monumentali luoghi di culto e dopo il terribile sisma, la città si svilupperà in particolare nella parte alta, con un nuovo insediamento, che tra il 1864 al 1926 dividerà Ragusa e Ibla in due comuni distinti, per tornare una cosa sola nel gennaio del 1927, quando la città diventa capoluogo di provincia, pur mantenendo tutte le suggestioni dell’antico passato, con la parte vecchia che conserva intatte bellezze inestimabili. E la campagna punteggiata dalle antiche masserie non è da meno, con il solido e nodoso carrubo che produce semi pregiati impiegati in campo alimentare dalle quotazioni stellari, il dolce e benefico fico d’india, la macchia mediterranea, il lentisco, il ravastrello, il ginepro, un orizzonte fatto di declivi lievi e colorati appezzamenti circoscritti da cangianti muretti a secco, costruiti senza malta, con le pietre trovate mentre si lavorano i campi in un saggio esempio di riuso. Ragusa è la provincia più a sud d’Italia, un concentrato di solide radici gastronomiche e di una ristorazione colta e curiosa, che si caratterizza per l’impiego di pesce, carne, frutta, ortaggi e formaggi straordinari, grazie a una pattuglia di chef che hanno girato il mondo e sono tornati nella propria terra di nascita per restituire ciò che hanno appreso.

Ma è anche un territorio che guarda al futuro e pensa a nuove connessioni. Ne sono l’esempio eccellenze come il CoRFiLaC che grazie al presidente Giuseppe Licitra e al suo staff rappresenta un fiore all’occhiello ed è fucina di progetti che hanno a cuore il territorio e le sue tradizioni, ritornato ad essere un baluardo dei sapori, con spazi dedicati, tecnologie di ultima generazione, laboratori di ricerca, un caseificio modello, personale altamente specializzato e la celebre Cacioteca, un auditorium dedicato ai processi di stagionatura dei formaggi storici tipici siciliani, esempio di valorizzazione delle tradizioni casearie  locali unico in Italia e forse in Europa, che consente il fiorire di proficue relazioni con i partner del territorio e un fitto calendario di iniziative per produttori, giornalisti, consumatori e appassionati gourmand.

Un luogo significativo per l’universo caseario siciliano e nazionale, ma anche un riconosciuto ente di ricerca, che dal 13 al 15 maggio scorso ha ospitato “Aspettando…CheeseART”, un grande evento sulle strategie di vendita e di promozione dell’agroalimentare, rivolto a consumatori, produttori e opinion leader, coinvolgendo il mondo della ricerca ed esperti internazionali di neuromarketing. Tre giorni nei quali la sede dell’autorevole istituto di ricerca si è trasformato in un laboratorio di esperienze ed emozioni, dove sono emersi importanti contenuti e si è consumato un confronto di notevolissimo spessore, grazie al lavoro del presidente Giuseppe Licitra e del suo team: Margherita Caccamo direzione macro-area Ricerca e Sviluppo, Stefania Iacono direzione macro-area Amministrazione; Catia Pasta, resp. marketing e BrainlaB; Linda Migliorisi e Francesca La Terra, coordinamento presidenza; Saro Petriglieri, resp. caseificio; Antonio Di Falco e Giovanni Farina, coordinatori laboratori del gusto; i tecnici caseari Giovanni Tumino e Giuseppe Schembari e tutto lo staff.

Il neuromarketing e le implicazioni connesse al mondo imprenditoriale, sono state al centro della scena, mentre si chiudevano i lavori della prima edizione del master in Neuromarketing, Consumer Neuroscience e Market Research, condiviso con i referenti del mondo agroalimentare siciliano per la realizzazione di progetti applicati, insieme ad efficaci strategie di marketing basate sulle più recenti scoperte sul cervello e sulle soluzioni che  le neuroscienze offrono all’imprenditore, indicando soluzioni per risparmiare investimenti e aumentare i margini. Tra i temi trattati l’interessante lavoro del Prof. Vincenzo Russo, Responsabile del Master, che alla IULM coordina il Behavior and BrainLab, con i primi corsisti del master, che hanno descritto il loro percorso formativo e l’approccio lavorativo, e il convegno dal titolo “Brain Lab: sinergia delle conoscenze tra IULM e CoRFiLaC. La Nueroscienza al servizio della Tradizione per conoscere le emozioni dei consumatori”, che sancisce la nascita del Brain Lab del CoRFiLaC e la sinergia Scientifica con IULM University. Approfondimenti ricchi di spunti per il mondo reale che fanno riflettere, dove insieme al Prof. Vincenzo Russo della IULM e al prof. Giuseppe Licitra CoRFiLaC-UNICT, è stato possibile scoprire le cointeressenze tra Neuroscenza applicata e Neuro-Marketing insieme ai vantaggi e alle opportunità lavorative e culturali di cui potranno beneficiare i millennials. Momenti forti di condivisione dove ripercorrere esperienze di vita con i contributi di spessore di Antonio Paolini, Coordinatore Guida Ristoranti Gambero Rosso e dell’imprenditore e pasticcere Corrado Assenza del Caffè Sicilia a Noto, insieme agli interventi di Dario Cartabellotta, direttore Assessorato Agricoltura Regione Siciliana e di Vincenzo Fogliano, professore alla Wageningen University. Una tre giorni dove tutti i sensi sono stati coinvolti, attraverso panel di degustazione di formaggi, produzione di ricotta calda dal vivo, nel caseificio interno al CoRFiLaC, test allargati per la birra da siero, frutto di un progetto di ricerca finanziato dal PSR Sicilia 2014-2020 di cui il CoRFiLaC è partner “TPCBIAS”, cooking show realizzati da chef appartenenti alle Soste di Ulisse e all’Associazione Provinciale Cuochi Iblei, che hanno entusiasmato con esecuzioni precise e coinvolgenti: Accursio Craparo stella Michelin  ristorante Accursio a Modica; Vincenzo Candiano, stella Michelin della Locanda Don Serafino Ragusa IBLA; lo stellato Carmelo Floridia del ristorante Moresca a Ispica; Claudio Ruta Chef di Pietre Nere a Modica, mentre il CoRFiLaC è stato supportato nelle attività dalle cinque scuole alberghiere del territorio e in particolare dall’Istituto I.I.S.S. G.Marconi di Vittoria, con i docenti Alescio Maurizio (Sala e Vendita) e Puleo Edoardo (Scienze degli alimenti).

Di grande rilievo il confronto con altre realtà casearie grazie al progetto Canestrum Casei di AGER, con i partner scientifici di diverse Università del Meridione d’Italia, che hanno divulgato i risultati delle loro ricerche e le degustazioni dei 15 formaggi del meridione d’Italia aderenti, tra cui il Caprino Nicastrese, il Picentinu Ennese, il Pecorino di Filiano, il Canestrato di Moliterno, la Valstedda Valle del Belice, il Caciocavallo Podolico, la Provola dei Nebrodi, il Maiorchino, insieme a produzioni di rinominata fama internazionale come Beaufort d’Alpage, il Salers, l’Abondance Fermier, l’Azeitao, il Serra da Estrela, Un immersione nel gusto, con l’obiettivo ultimo di migliorare le modalità di promozione e commercializzazione, intersecando le tecniche più innovative del neuromarketing a quelle più classiche di marketing. Con l’aiuto del Neuromarketing, il “Brain Lab” della Sicilia, guidato dalla Dott. Catia Pasta, appena inaugurato presso il CoRFiLaC di Ragusa, diviene così il centro di ricerca scientifica della filiera lattiero-casearia siciliana, e sarà utile alla diffusione dei formaggi della tradizione, sia a latte crudo che pastorizzato, fornendo dati importantissimi sulle dinamiche che determinano l’acquisto e spunti di riflessioni per la filiera dei formaggi e non solo. Basato su sofisticate tecniche di rilevazione delle emozioni, si avvale di misurazioni del coinvolgimento emotivo tramite elettroencefalogramma, studio della memorizzazione, calcolo dell’indice di WTP (Willingness to pay), misurazione del battito cardiaco e delle espressioni facciali, visori eye tracker ma anche etichette animate che al passaggio del cellullare prendono forma e raccontano la storia di un prodotto. “Avere nel nostro territorio il primo centro studi attrezzato per ricerche di neuromarketing non può che rappresentare un valore aggiunto per le numerose attività di produzione lattiero-casearie che puntano alla commercializzazione di prodotti di qualità” spiega il prof. Giuseppe Licitra, presidente del CoRFiLaC, “in Sicilia siamo bravi a saper produrre, ma con questo nuovo laboratorio inizieremo a curare con attenzione gli aspetti relativi alle strategie di marketing che mettiamo a disposizione dei piccoli produttori che altrimenti non avrebbero le adeguate risorse economiche per poter affrontare il dialogo con i grandi mercati globali”.

Il procedimento che viene messo in atto prevede di indossare un casco e di effettuare un elettroencefalogramma che consente di misurare la valenza emotiva. Nel caso si attivi la parte prefrontale destra del nostro cervello siamo dinnanzi ad un’emozione negativa, se al contrario si attiva il prefrontale sinistro, significa che si è innescata un’emozione positiva, mentre per determinare l’intensità emotiva si ricorre alla misurazione del battito cardiaco, alla sudorazione delle mani, alla respirazione. Test che consentono di conoscere meglio e misurare gli elementi che più influiscono sull’attivazione del sistema limbico per migliorare le performance delle campagne pubblicitarie, scoprire il flusso di azioni che si mettono in atto all’interno di un sito web o semplicemente calcolare il tempo che i consumatori impiegano per leggere una determinata etichetta sono dati utili per studiare le dinamiche del marketing e della pubblicità. “Da oggi esiste il Brain Lab presso il CoRFiLaC, un centro di ricerca neuromarketing che utilizza sofisticate conoscenze e attrezzature per misurare quello che fa vendere un prodotto, ovvero l’emozione” spiega il prof Vincenzo Russo, coordinatore del Behaviour and Brain Lab IULM, “è sempre stato ipotizzato che l’emozione si potesse misurare con un questionario, un’intervista, un focus group, in realtà non abbiamo misurato l’emozione ma la razionalizzazione dell’emozione. Con questi strumenti andiamo invece a superare la razionalità e avere il dato puro che è quello molto più affidabile per quanto riguarda l’efficacia del marketing”.

 

corfilac.it

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