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Alcuni centenari, come quelli che vivono a Okinawa – un gruppo di isole nel sud del Giappone – vivono a lungo e in salute senza particolari alterazioni strutturali o funzionali dell’attività cardiaca legate all’invecchiamento.

Quetso perchè hanno una variante del gene della longevità il BPIFB4, che protegge dai danni cardiovascolari e mantiene il cuore sano più a lungo, è stata scoperta nel 2015 da uno studio pubblicato su Circulation Research.

Gli scienziati hanno scoperto una variante genetica (LAV-BPIFB4) che aumenta la produzione di una proteina elastica che rallenta e infine inverte il naturale invecchiamento dei vasi sanguigni.

In laboratorio, i ricercatori hanno somministrato il gene a cellule cardiache prelevate da pazienti anziani con gravi disturbi cardiaci e poi hanno confrontato la loro funzione con quella di individui sani.

I risultati hanno dimostrato che LAV-BPIFB4 svolge un ruolo importante nel mantenimento delle cellule periciti, che sono molto importanti per la costruzione di nuovi vasi sanguigni e per mantenerli sani. Ciò consente al cuore di funzionare più a lungo.

Nei pazienti anziani, i periciti – le cellule che supportano la costruzione di nuovi vasi sanguigni – sono meno performanti e più invecchiati. Monica Cattaneo, ricercatrice del Gruppo MultiMedica, spiega: “I nostri risultati mettono in discussione le ipotesi precedentemente sostenute sull’invecchiamento cellulare. Abbiamo trovato un caso specifico in cui le cellule non invecchiano in modo uniforme”.

Aggiungendo il gene/proteina della longevità in una provetta, abbiamo potuto osservare come questo migliorasse il ringiovanimento cardiaco: le cellule cardiache dei pazienti anziani hanno ripreso a funzionare correttamente e hanno costruito nuovi vasi sanguigni”. Una nuova scoperta che fa ben sperare per il futuro della ricerca e di terapie appropriate.