L’Antitrust aveva avviato un’istruttoria nei confronti del gruppo farmaceutico Leadiant per ipotesi di abuso di posizione dominante sul mercato italiano della produzione e vendita di farmaci per il trattamento della malattia rara. Ora è arrivata la sentenza e una multa da 3,5 milioni. Tutti i dettagli
Per l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm) il gruppo farmaceutico statunitense Leadiant Biosciences ha imposto al Servizio sanitario nazionale (Ssn) da giugno 2017 prezzi ingiustificatamente gravosi per la vendita di un farmaco salvavita, motivo per cui ha stabilito una sanzione di circa 3,5 milioni di euro per abuso di posizione dominante.
Procedimenti analoghi sono stati svolti dalle autorità di concorrenza di Paesi Bassi e Spagna.
L’AZIENDA
Leadiant Biosciences Ltd. è la nuova ragione sociale assunta nel dicembre 2016 da Sigma Tau Rare Disease Ltd., società alla quale nel maggio 2015, per effetto di una più complessa operazione di vendita delle società e degli asset del gruppo, sono stati conferiti i rami d’azienda relativi alle attività sui farmaci orfani di Sigma Tau Pharmaceuticals Ltd., appartenente all’ex Gruppo Sigma Tau.
Sigma-Tau Industrie Farmaceutiche Riunite S.p.A. è stata un’azienda farmaceutica italiana, confluita in Alfasigma S.p.A. insieme ad Alfa Wassermann e Biofutura Pharma nel 2017.
IL FARMACO
Come riferito dall’Agcm, si tratta di un medicinale salvavita, il cui nome è Acido Chenodesossicolico Leadiant, usato per la cura di una malattia rara che causa gravi disabilità e che conduce a morte precoce i pazienti che ne sono affetti: la xantomatosi cerebrotendinea (CTX), una patologia da accumulo di lipidi causata da un difetto nella sintesi degli acidi biliari.
LA SENTENZA DELL’ANTITRUST
Secondo l’Autorità, da giugno 2017, “Leadiant ha applicato per il Ssn prezzi ingiustificatamente onerosi per la vendita del proprio farmaco orfano”.
Per tale ragione, l’Antitrust ha condotto e concluso l’istruttoria nei confronti delle società Essetifin S.p.A., Leadiant Biosciences Ltd., Leadiant GmbH e Sigma-Tau Arzneimittel GmbH, appartenenti al gruppo Leadiant, “accusato di abuso di posizione dominante sul mercato italiano della produzione e vendita dei farmaci a base di acido chenodesossicolico (CDCA)”.
QUANTO COSTAVA
Il prezzo inizialmente praticato, riferisce l’Agcm, era pari a circa 15.500 euro a confezione, “ridotto solo a dicembre 2019 – dopo l’avvio del procedimento istruttorio da parte dell’Autorità – e comunque, dalle analisi economiche svolte, ancora eccessivamente oneroso e iniquo”.
LA MULTA
“Considerata la natura salvavita del farmaco, l’Autorità – si legge nella nota – ha ritenuto molto grave l’illecito accertato e ha imposto a Leadiant una sanzione pari a circa 3,5 milioni di euro.
Al termine di una complessa attività istruttoria è emerso che l’abuso commesso è frutto di una strategia articolata – ideata dal gruppo molti anni prima e perseguita intenzionalmente – e che è stato realizzato anche attraverso un comportamento dilatorio e ostruzionistico da parte di Leadiant nella procedura di negoziazione del prezzo di rimborso del farmaco con l’Aifa”.
INDAGINI IN CORSO
Comportamenti analoghi relativi alle politiche di prezzo attuate dall’impresa dominante in altri Stati membri dell’Unione europea per la vendita dell’Acido Chenodesossicolico Leadiant, fa sapere l’Antitrust, sono stati – o sono tuttora – oggetto di istruttorie da parte delle autorità di concorrenza nazionali dei Paesi Bassi e della Spagna.
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- 31 Maggio 2022