La drammatica testimonianza di Anna Ogrenchuk, presidente dell’UBA (Ukrainian Bar Association): «Le azioni della Russia rappresentano una minaccia per tutto il mondo. Ecco perché occorrono misure aggiuntive per ripristinare il rispetto del diritto internazionale»
Nonostante l’assedio e le bombe, gli avvocati dell’UBA (Ukrainian Bar Association) continuano a lavorare. In una situazione drammatica, che ha stravolto le loro esistenze, non hanno perso il contatto con le persone. È di queste ore l’attivazione di una linea telefonica dedicata ai cittadini che intendono ricevere informazioni su come trasferirsi all’estero, trovare alloggi sicuri e assistere al meglio i figli minorenni. «Non ci stiamo fermando un attimo – dice al Dubbio la presidente dell’UBA, Anna Ogrenchuk – e abbiamo voluto scrivere una lettera rivolta a tutta la comunità internazionale affinché vengano attivati gli strumenti giuridici in difesa dell’Ucraina e del suo popolo. Siamo molto grati per il grande sostegno fornito dagli Stati Uniti, dalle istituzioni dell’Unione Europea e dai singoli governi. Tuttavia, in questa fase, la guerra e i crimini non solo non si fermano, ma iniziano ad essere sempre più efferati. Le azioni della Russia rappresentano una minaccia per tutto il mondo. Ecco perché occorrono misure aggiuntive per ripristinare il rispetto del diritto internazionale».
Presidente Ogrenchuk, come sta prima di tutto? Com’è la situazione a Kiev?
La situazione a Kiev e in altre grandi città dell’Ucraina resta tesa e preoccupante. L’esercito ucraino, sostenuto dai cittadini, è forte e coraggioso oltre ogni aspettativa. Sembra però che le truppe russe, di fronte a tanta resistenza, diventino sempre più aggressive e da molti giorni bombardano deliberatamente aree residenziali, strutture sanitarie, vie di comunicazione, senza distinzioni tra civili e militari. In Ucraina vengono commessi crimini di guerra e altre violazioni sotto gli occhi della comunità internazionale.
L’attacco della Russia costituisce una grave violazione. L’UBA lavorerà per raccogliere prove di crimini contro l’umanità?
Certamente. Lavoriamo a stretto contatto con l’Ufficio del Procuratore generale e con altre autorità statali e organizzazioni della società civile per l’individuazione e l’elaborazione di una serie prove. Grazie all’ottima rete di relazioni internazionali dell’UBA, forniamo alle autorità competenti, una serie di suggerimenti e best practice su come tutte le prove dei reati possono essere conservate e utilizzate nei procedimenti giudiziari davanti ai Tribunali nazionali e internazionali.
L’aggressione ordinata da Putin, secondo lei, lo porterà davanti alla Corte penale internazionale?
Putin e in generale la leadership russa con i suoi sostenitori, presenti non solo nella Federazione Russa, ma anche nella Repubblica di Bielorussia saranno processati. Il procuratore della Corte penale internazionale ha già deciso di avviare un’indagine sugli eventi in Ucraina. È una forte indicazione sul fatto la giustizia deve fare il suo corso. L’UBA sostiene anche l’avvio dell’istituzione di un Tribunale internazionale sulla leadership russa e bielorussa, poiché la portata e la gravità delle loro azioni vanno al di là di qualsiasi norma e principio del diritto internazionale.
L’Ucraina ha già attivato una serie di iniziative?
Oltre al procedimento dinanzi alla Corte penale internazionale, l’Ucraina ha anche presentato ricorso presso la Corte internazionale di giustizia per avviare un procedimento contro la Federazione Russa ai sensi della Convenzione sulla prevenzione e la repressione del crimine di genocidio. Ci siamo rivolti anche alla Corte europea dei diritti dell’uomo con la richiesta di applicare misure urgenti e di ordinare alla Federazione Russa di interrompere immediatamente l’azione militare, cosa che la Corte ha recepito, pronunciando una decisione ai sensi dell’articolo 39 del Regolamento CEDU. Si tratta di una buona base per il futuro giudizio davanti alla CEDU, che riconosce le violazioni da parte della Federazione Russa della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
I tempi della giustizia internazionale potrebbero non essere veloci. Cosa chiedete nell’immediato?
Anche se i meccanismi previsti dal diritto internazionale porteranno risultati, questi processi richiederanno tempo. Ciò di cui abbiamo bisogno ora sono sanzioni economiche, finanziarie e di altro tipo, molto dure, comunque, in grado di fermare immediatamente il regime di Putin e scoraggiarlo dal compiere ulteriori aggressioni. Proprio per questo motivo, l’UBA ha diffuso ieri una dichiarazione aperta in cui esorta i governi statunitense ed europeo a imporre tali sanzioni. I funzionari di più alto livello della Federazione Russa hanno confermato che la cosiddetta “operazione militare” avviata non si fermerà fino alla completa “smilitarizzazione e denazificazione” dell’Ucraina. Parole incredibili, che stanno ad indicare la volontà di procedere alla completa distruzione di tutti coloro che si oppongono alla supremazia russa sull’Ucraina. Noi, però, siamo pronti a difendere l’indipendenza e la sovranità del nostro Paese. È fondamentale che il mondo reagisca ora e che si renda conto che i problemi emersi non riguardano solo l’Ucraina. Anche se Kiev cade la leadership russa non si fermerà. L’Europa e il mondo diventeranno il prossimo obiettivo e la repressione militare ed economica ai danni dei Paesi democratici non si arresterà.