Toscana – Gli autisti non si trovano. Come non si trovano i camerieri. E come non si trovano altre figure professionali. In Italia i salari sono bassi. Proprio ieri sul tema è intervenuto il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Stefano Patuanelli,. Ha fatto notare come in Europa l’Italia sia l’unico paese in cui la variazione percentuale degli stipendi dal 1980 al 2020 faccia segnare il -2,9% a fronte di un pauroso aumento del costo della vita.
Un punto, quello degli stipendi degli autisti, su cui pesta anche la Cgil. Monica Santucci (segretaria generale Filt Cgil Toscana): “Su Autolinee Toscana abbiamo segnalato alla Regione in questi mesi i disservizi. In particolare legati alla mancanza di personale.Esiste una vera e propria emergenza territoriale ma anche nazionale sul reperimento degli autisti”.
Salari troppo bassi
Il problema? I salari bassi. “Nessuno vuol più fare questo mestiere, poco retribuito, faticoso, pieno di responsabilità – incalza Santucci – gli stipendi dovrebbero partire da duemila euro al mese e invece si parte da mille per lavorare 6 giorni su 7 e avere la responsabilità di tantissimi passeggeri”.
Mentre si fa avanti Confservizi Cispel dando la disponibilità delle aziende municipalizzate per tornare in campo a dare una mano. “Apprendo che Autolinee Toscane ha difficoltà organizzative, che in fase di avvio di una nuova gestione con un subentro sono inevitabili e lunghe – spiega Nicola Perini, presidente di Confservizi Cispel – A questo, si aggiunga che la gara toscana riguarda tutte le linee regionali in un modello molto grande e complesso di servizi da ricondurre a un unico operatore.
Questo Modello oggi non sarebbe più realizzabile. In base alla pronuncia dell’Agcm per il caso del Molise”. Insomma Cispel tiene a ribadire che il sistema toscano delle aziende pubbliche di trasporto locale ha già reso noto ai Comuni, alle Province, alla Regione e alla stessa AT “la disponibilità e volontà di contribuire all’erogazione di servizi di trasporto su gomma. Nel quadro regolatorio e contrattuale esistente: segmenti a domanda debole, subconcessioni, servizi integrativi.
Una proposta che potrebbe contribuire a superare anche le attuali criticità. Restiamo a disposizione per definire modalità concrete di collaborazione”.
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