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Dai progetti recenti come quello per Veronica Etro alle case degli amici (Alessandra Salina, Uberta Zambeletti), dai palazzi (Crespi, Trivulzio, Atellani), alle dimore di Martina Mondadori, JJ Martin, Coco Brandolini e Barnaba Fornasetti, passando per le stelle del design come Hannes Peer, Emiliano Salci, fino all’atelier-studio di Polimnia Attolico – l’ultimo scatto: sono in tutto 40 le dimore da scoprire in Inside Milan.

AD: Qual è quella che l’ha colpita di più?

NCB: «Tutte, ognuna a modo suo. Il taglio avanguardista della casa di Clemente Tivioli, l’atmosfera avvolgente ed elegante creata dalla giovane designer Madina Visconti, la grandiosità di Palazzo Crespi, che racchiude un pezzo di storia dell’imprenditoria milanese: c’è un elemento specifico in ogni dimora. Non a caso il messaggio del libro è proprio questo: svelare l’incredibile eclettismo di stili che non ti aspetti da Milano».

AD: Che cosa rende davvero speciale questa città?

NCB: «L’attenzione e il gusto per il bello dei suoi abitanti, la storia che si cerca di tramandare e mettere in rilievo con dettagli sottili ma importanti, soprattutto le case-museo, poco note ma grandi esempi di stile come Casa degli Atellani, Casa Boschi Di Stefano, Bagatti Valsecchi, Poldi Pezzoli, Villa Necchi, solo per citarne alcune».

AD: Quali sono le caratteristiche di una casa milanese?

NCB: «Non ne ha! Mentre in una casa francese è impossibile non notare le finestre, le maniglie, i parquet spesso replicati in tutta la città, qui questo non succede, sono tutte diverse sia nella struttura che nell’arredamento».

L’appartamento di Madina Visconti ha un effetto “layering”. «Ogni strato si costruisce sul successivo, creando una storia di design che precede e abbellisce il passato».Foto Guido Taroni. Courtesy Vendome Press