“i miei progetti editoriali coinvolgono talenti già manifesti, ma ancora in inarrestabile ascesa, amo guardare al futuro ricapitalizzando il valore della contemporaneità. essere precursori è un ruolo chiave dell’editoria di oggi”
La civiltà occidentale sta perdendo l’abilità comunicativa che fa capo all’ars oratoria e alla retorica, condensando i significanti nei pixel fotografici o nel breve intrattenimento di un reel.
La comunicazione sta smarrendo gli elementi costitutivi, l’ascolto ancor prima dell’analisi delle fonti, il fine della divulgazione, il filo conduttore che lega la storiografia alla contemporaneità e che anticipa gli eventi.
Manfredi Maretti scorge, estrapola e riconnette le tessere del mosaico culturale che lega oggi alta cucina, gastronomia, arti figurative e life style. Non ancora trentenne ma esegeta di stile italiano, galvanizzatore artistico, ha maturato dal 2018 la sua formazione professionale nella casa editrice paterna, per mettere a fuoco poi giovanissimo la propria linea editoriale, che autentica la narrazione nel culto estetico del design e del gusto.
“La nostra idea di editoria ha come focus la qualità del prodotto editoriale, l’aspetto divulgativo non può prescindere dalla veicolazione attraverso i social network. Parallelamente e sinergicamente, curiamo la presentazione delle opere ideando eventi indirizzati alla stampa specializzata e al pubblico di appassionati. Tutto converge sulla qualità. Il libro oggi ha l’emblematicità tattile di un oggetto vivo, rendere il sapere manifesto amplifica e catalizza il progresso e le connessioni. La poliedricità anima la sua stesura, il libro è vettore di un sapere che fluisce, di un’esperienzialità traslata e di una memoria comunicata, nella comunione propria della sua valenza”.
Nella collegialità editoriale, Manfredi Maretti definisce opere letterarie che ispirano le scelte professionali o le prospettive stilistiche di un circolo culturale che fa capo alla sua casa editrice, maturando la definizione sempre più nitida di una corrente artistica.
“I miei mentori sono tutte le persone con cui giornalmente mi confronto, con cui collaboro: scrittori, fotografi, chef con cui fermenta un continuo dialogo e scambio di idee, questo è il mio nutrimento. Dialogo che mi permette di elaborare – anche inconsciamente – una prospettiva ed una visione che si traducono poi, nella mia linea editoriale. Oggi essere editori significa creare connessioni, creare legami, creare sinergie tra professionalità distinte, una fucina relazionale per elevare esponenzialmente il contenuto delle pubblicazioni. Dagli studi universitari e dall’amore per l’arte moderna e contemporanea, acquisito anche attraverso l’esperienza maturata nella casa editrice paterna, così come dalla passione per l’enogastronomia coltivata fin da bambino, con naturalezza, è scaturita l’esigenza di ampliare la nostra visione editoriale, mirando a dare all’editoria gastronomica una prospettiva che richiamasse stilisticamente l’impaginazione dei volumi d’arte, per dare ai contenuti respiro e lasciare pilastri fondanti nella storia della nuova letteratura italiana”.
Il sincretismo tra arte, design e fine dining è catalizzato da ricerca, visione e sensibilità, gli “ingredienti” per essere competitivi nel panorama artistico globale.
“Oggi l’avanguardia e la competitività si strutturano sull’originalità, sulla filologica trasposizione dell’origine. Realizzare delle pietre miliari, rispondere alle esigenze di mercato rifondando storicamente le basi per il futuro, dà slancio alla progettualità. Nel libro Tre Stelle Michelin di Maurice von Greenfields, abbiamo creato un filo conduttore tra i 286 ristoranti tre stelle mondiali, abbiamo stretto un legame storico con l’unicità, mentre nel libro di cui sono anche curatore, Le Stelle Michelin In Italia, abbiamo codificato un patrimonio letterario rendendolo facilmente fruibile e consultabile, creando un’enciclopedia dei ristoranti stellati dal 1959 al 2021. La storia gastronomica italiana, nel libro La Merenda Italiana a cura di Sabatino Sorrentino, ha tratteggiato l’epopea dei migliori salumi d’Italia, una produzione editoriale che è andata ad indagare sulle origini, le tradizioni, il valore del tempo e dei microcosmi territoriali nell’affinamento, che rendono i salumi unici e dell’emblematicità dell’evoluzione di un’arte millenaria”.
La visione italiana mainstream del fine dining resta ancora ancorata alla rivoluzione molecolare spagnola di un ventennio fa e alla nordic wave danese. Ma mentre Spagna e recentemente anche Turchia, investono tanto nei congressi gastronomici, l’Italia – come accade purtroppo anche per i beni culturali, naturalistici ed architettonici – trascura la valorizzazione del patrimonio enogastronomico.
“Identità Golose storicamente ha amplificato la notorietà della cucina italiana, anche attraverso il confronto con i relatori esteri. Recentemente Paolo Marchi ha esportato la cucina italiana, in particolare la visione contemporanea di alcuni cuochi, al Basque Culinary Center, puntando sull’importanza del dialogo internazionale. Iniziative di questo calibro vanno implementate come emblema di italianità”.
Di giovani Chef stilisticamente connessi al simbolismo del gusto, capaci di dialogare con una clientela variegata, italici interpreti forti dell’autorevolezza personale, empaticamente orgogliosi di essere ambasciatori del loro territorio e catalizzatori di flussi turistici, Manfredi Maretti ne individua più di uno…
“Richard Abou Zaki, patron del ristorante Retroscena, stella Michelin a Porto San Giorgio, lì dove la proposta ristorativa adriatica non ha come focus una cucina di territorio, ma dove la grande cucina ha creato convergenza dell’attenzione sul territorio. Sempre nelle Marche, Davide Di Fabio, chef del ristorante Dalla Gioconda che per il 2023 è stato insignito anche della stella verde della sostenibilità, ha reso Gabicce meta ormai imprescindibile dei gastromaniaci, di chi della passione per il fine dining ne ha fatto uno stile di vita”.
Andrea Antonini, executive chef del ristorante stella Michelin Imàgo, espone assoluta avanguardia nel panorama nazionale.
“Entrando nello storico Grand Hotel Hassler, salotto romano e residenza del jet set internazionale, salendo al sesto piano e dominando dalle vetrate del ristorante Imàgo tutta Roma, in un contesto di magistrale impostazione classica di sala, Andrea Antonini rivela sorprendentemente l’identità della sua visione, la detonante esposizione di prodotti di nicchia che ti spiazzano, come la celebrazione del prosciutto tagliato al coltello o dei formaggi laziali, senza dimenticare il quinto quarto con l’animella ed il carciofo che crea eclettismo tra romanità e tradizioni giudaiche”.
Tre personalità, tre carismatici trentenni, tre autorevoli artisti del gusto che esprimono con esemplare determinazione la valorizzazione della cucina italiana. L’alta cucina come un’opera d’arte ha il fine ultimo di suscitare emozioni, emozioni che Manfredi Maretti traduce attraverso la grafica, i testi e le distilla attraverso l’iconografia.
“Le sinergie artistiche, professionali, la stima e l’amicizia che mi legano a Lido Vannucchi – fotografo – rappresentano la perfetta sintesi delle contaminazioni artistiche: il suo modo di fotografare è in sé arte, anche impaginare i suoi scatti diventa una trasposizione artistica. L’approccio della fotografia alla cucina, filtrato dalla sua ottica, assume una visione artistica. Ogni altra scelta editoriale mira armonicamente a rappresentare l’essenza delle tematiche, dei contenuti e/o dell’autore. Il libro finito deve elevare l’autore ed enucleare il valore concettuale del suo sentire: opera letteraria ed autore devono ritrovarsi allo specchio”.
La qualità che Manfredi Maretti dipinge sta anche nella convergenza di tutte le sfumature del caleidoscopio editoriale in una sfumatura inedita, percepita dal lettore come un autentico e rivelatore riflesso di sé.
marettimanfredi.it
Rossana Brancato
Farmacista, critica enogastronomica, fotografa. Entusiasta delle storie che i sapori raccontano e delle contaminazioni tra arte, design e fine dining. Dal 2012 collabora con magazine, guide e testate giornalistiche, reporter di viaggio, predilige le interviste, la divulgazione scientifica, la nutraceutica e le tecnologie alimentari. Devota ai dettagli, all’originalità e allo Champagne.