Per protesta contro la riforma della giustizia di Netanyahu e il licenziamento del ministro della Difesa Yoav Gallant
Domenica il console generale israeliano a New York, Asaf Zamir, si è dimesso dal proprio incarico per protesta contro la riforma giudiziaria voluta dal primo ministro di destra Benjamin Netanyahu, da settimane al centro di estese e partecipate manifestazioni in tutto il paese. Zamir ha deciso di dimettersi in particolare dopo il licenziamento del ministro della Difesa Yoav Gallant, deciso dallo stesso Netanyahu a causa delle critiche che Gallant aveva rivolto alla riforma.
Annunciando le proprie dimissioni con una lettera resa pubblica, Zamir ha detto: «Credo che questa riforma mini alle basi il nostro sistema democratico e minacci lo stato di diritto nel nostro paese».
Zamir ha aggiunto che il licenziamento di Gallant lo ha convinto del fatto che «non può più continuare a rappresentare questo governo», e ha detto: «credo che sia arrivato il momento per me di agire e di unirmi alla battaglia dei miei concittadini per il futuro di Israele». La situazione politica israeliana «ha raggiunto un punto critico», ha detto.
The past 18 months as Israel’s Consul General in New York were fulfilling and rewarding, but following today’s developments, it is now time for me to join the fight for Israel’s future to ensure it remains a beacon of democracy and freedom in the world. Here is the letter I sent: pic.twitter.com/Sfz8y3ALLv
— Asaf Zamir (@AmbAsafZamir) March 26, 2023
Alcuni giorni fa Zamir era stato convocato dal ministro degli Esteri israeliano a Gerusalemme a seguito di alcune critiche molto esplicite che aveva rivolto a Netanyahu durante l’annuale evento di raccolta fondi del Jewish Museum, a New York. Rivolgendosi alle centinaia di influenti donatori presenti in sala, Zamir aveva detto di essere «molto preoccupato per la direzione che sta prendendo il paese».
– Leggi anche: Netanyahu ha licenziato il ministro della Difesa
Zamir era stato nominato console generale di New York nell’ottobre del 2021 dall’allora ministro degli Esteri Yair Lapid, attualmente leader dell’opposizione a Netanyahu: era stato il primo diplomatico israeliano a criticare pubblicamente la riforma giudiziaria di Netanyahu.
Oltre alle dimissioni di Zamir, il licenziamento del ministro della Difesa Gallant ha portato a nuove, estese e partecipate proteste in tutto il paese, in cui decine di migliaia di manifestanti sono scesi in strada.
La riforma proposta da Netanyahu, di cui una prima parte è già stata approvata, toglie poteri alla Corte suprema per affidarli al governo: prevede tra le altre cose che il governo possa nominare i giudici della Corte Suprema, la rimozione di alcuni sistemi di controllo del sistema giudiziario sul governo e in generale una più ampia libertà dell’esecutivo sulle nomine dei giudici. La riforma è molto contestata perché in Israele, dove non esiste una vera e propria Costituzione, la Corte suprema ha un ruolo eccezionalmente importante ed è uno dei pochi contrappesi al potere del governo in carica.
– Leggi anche: La riforma della giustizia in Israele, spiegata