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Il G7 è determinato: «Avanti con l’assistenza militare» all’Ucraina

Prosegue la tre giorni – iniziata ieri – della Conferenza sulla sicurezza di Monaco. Sul tavolo la guerra e le modalità future d’intervento.

MONACO  – Al termine dei lavori previsti oggi in seno alla seconda giornata della Conferenza sulla sicurezza in corso a Monaco, i membri del G7 ribadiscono la loro «determinazione a continuare a sostenere l’Ucraina nell’esercizio del suo diritto di difendersi dall’invasione della Russia, anche fornendo assistenza militare e di difesa».

Lo si legge nel documento finale della riunione dei ministri alla Conferenza di Monaco, la prima sotto presidenza giapponese alla quale ha partecipato anche il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba. Il G7, si afferma inoltre, evidenzia «gli sforzi concertati dei partner del G7+ nel fornire assistenza energetica per mitigare gli effetti dei brutali attacchi della Russia ai civili e alle infrastrutture critiche».

Il punto sul nucleare – «La retorica nucleare irresponsabile della Russia è inaccettabile e qualsiasi uso di armi chimiche, biologiche o nucleari o di materiali correlati avrebbe gravi conseguenze», sostiene ancora il G7, sottolineando che i ministri «hanno condannano il sequestro e la militarizzazione da parte della Russia della centrale nucleare di Zaporizhzhya e hanno chiesto il ritiro immediato delle forze e del personale russi», ribadendo «il loro pieno sostegno agli sforzi dell’Aiea volti ad affrontare le preoccupazioni in materia di sicurezza nucleare in Ucraina».

Le parole di Kuleba in conferenza stampa – Alla dichiarazione ufficiale dei membri del G7 si è aggiunta anche quella del ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba: «Abbiamo iniziato qui una importante settimana. Noi stiamo combattendo sul terreno ma vogliamo anche la pace. Non una pace a tutti i costi però. Non a costo degli ucraini. Non più Minsk. Non più linee di contatto. Abbiamo visto che queste cose non fermano la Russia». Aggiungendo poi che «l’Ucraina riceverà gli aerei. È una questione di tempo. Capiamo che serva tempo. E sono sicuro che la Gran Bretagna avrà un ruolo in questo».