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Mentre le truppe russe entrano a Kharkiv, seconda città più grande dell’Ucraina, dove i combattimenti si consumano «strada per strada», le autorità di Mosca, per bocca di Dimitry Peskov, portavoce del Cremlino, si dicono pronti a negoziare con l’Ucraina in Bielorussia. Anzi, una delegazione russa starebbe già aspettando nella città di Gomel i rappresentanti di Kiev, che però non arriveranno. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, infatti, ha accolto di buon grado l’invito al dialogo ma non intende minimamente organizzare i colloqui in Bielorussia, satellite del Cremlino. Varsavia Budapest e Istanbul possono essere luoghi adatti per tenere dei colloqui, ma non Minsk. Il capo dello Stato ucraino ha aggiunto spiegato che i colloqui a Minsk «sarebbero stati possibili» se la Russia non avesse attaccato l’Ucraina dal territorio bielorusso. Zelensky ha detto che l’Ucraina rimane aperta a colloqui in altre località che non stanno mostrando un approccio aggressivo nei confronti del suo Paese. Nella dichiarazione, il presidente ucraino ha aggiunto, inoltre, che le forze di occupazione russe stanno «attaccando aree civili» dove non ci sono infrastrutture militari. Stanno «attaccando tutto», comprese le ambulanze.

Intanto il governo ucraino ha incassato l’impegno di Germania e Italia a fornire materiale bellico all’esercito. Ieri, dopo giorni di attesa ed equivoci, la telefonata tra Mario Draghi e Volodimir Zelensky c’è stata. «Il presidente del Consiglio ha telefonato al Presidente dell’Ucraina per esprimere a lui e al popolo ucraino la solidarietà e vicinanza dell’Italia di fronte all’attacco della federazione Russa», ha fatto sapere Palazzo Chigi. Aggiungendo che Zelensky ha confermato «il chiarimento totale» del malinteso di comunicazioni e «ringraziato Draghi per il suo sostegno e la forte vicinanza e amicizia tra i due popoli». Ma c’è di più: durante il colloquio il capo del governo ha ribadito che il nostro Paese «appoggia e appoggerà in pieno la linea dell’Unione europea sulle sanzioni» a Mosca, «incluse quelle nell’ambito Swift». Una posizione anticipata da un tweet proprio di Zelensky: «Questo è l’inizio di una nuova pagina nella storia dei nostri Stati». Draghi ha poi assicurato che l’Italia «fornirà all’Ucraina assistenza per difendersi» e durante il colloquio entrambi hanno concordato di restare in stretto contatto nell’immediato futuro.

Per convincere Vladimir Putin a lasciare la presa sull’Ucraina, gli alleati occidentali hanno deciso di usare una pesante misura economica. Gli Stati Uniti, l’Ue, il Regno Unito e il Canada hanno annunciato l’espulsione di alcune banche russe dal sistema di pagamenti globali Swift, una rete che collega le banche di tutto il mondo ed è considerata la spina dorsale della finanza internazionale; e anche misure per evitare che la Banca centrale russa possa compensare le misure punitive con le riserve monetarie accumulate da Putin.È la risposta più dura finora all’invasione dell’Ucraina, una risposta che arriva in una serata, la terza, in cui si preannunciano nuovi pesanti bombardamenti su Kiev, ormai accerchiata ma che non cede. Ed è una vittoria per l’Ucraina, che da giovedì implorava i Paesi affinchè escludessero la Russia da Swift. Il governo di Kiev era arrivato addirittura a dire, con il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba, che chi non lo avesse fatto avrebbe avuto «le mani sporche di sangue».

Le misure arrivano nel giorno in cui alle truppe russe è stato ordinato di lanciare un’offensiva a tutto campo. Ma l’esercito ucraino resiste, anche oltre le attese, e mantiene finora il controllo della capitale, Kiev, dove rimane il presidente Zelensky, nascosto in qualche luogo nella città, da dove continua a incoraggiare la resistenza.