«Io il 31 comunque voglio passare la mano, perché ho un incarico importante come comandante del Covi e mi voglio dedicare a quello. Penso di aver fatto la mia parte, ho visto cose belle e cose meno belle ma basta così. Sono un tecnico e voglio rimanere un tecnico». Lo ha detto il commissario straordinario all’emergenza coronavirus e comandante del Covi (Comando operativo di vertice interforze), generale Francesco Paolo Figliuolo, nel corso della presentazione del libro scritto con Beppe Severgnini “Un italiano”, edito da Rizzoli, a Libri Come.
«Perché ho scritto questo libro? Per lasciare traccia di quello che sono», ha spiegato Figliuolo. «Metà del libro parla di questa incredibile avventura che mi è capitata di fare come commissario straordinario – ha aggiunto Figliuolo – Così, se avrò dei nipotini, magari un giorno leggeranno cosa ha fatto il nonno».
La guerra in Ucraina
A proposito del conflitto in Ucraina, il commissario ha spiegato: «Sin dall’inizio della crisi sfociata in una guerra di aggressione l’Italia ha monitorato la situazione e la Difesa ha incrementato le misure di sorveglianza e vigilanza. C’è un’interlocuzione continua con Guerini (ministro della Difesa, ndr) e Cavo Dragone (capo di Stato Maggiore della Difesa, ndr) con cui seguiamo costantemente l’evolversi della situazione».
«A livello della Nato – ha aggiunto Figliuolo parlando ancora della situazione in Ucraina – sono state date tutte le predisposizioni per mettere in campo i piani graduati di risposta, che sono cinque, che vanno da tutta la parte est fino a sud est, quindi dai paesi Baltici alla Turchia. Questo ci pone in una fase di deterrenza. Abbiamo incrementato tutto il nostro dispositivo e la prontezza delle nostre forze terrestri, aeree e navali. Per esempio abbiamo raddoppiato il dispositivo di vigilanza aerea in Romania e messo in campo le misure di risposta alla crisi così come arrivano per il tramite del consiglio dell’Alleanza atlantica e del comandante supremo della Nato».