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Nel Regno Unito sono iniziati giovedì, e dureranno fino a domenica, i festeggiamenti per il Platinum Jubilee (il giubileo di platino), la serie di cerimonie ed eventi con cui si festeggiano i 70 anni di regno della regina Elisabetta II, la sovrana più longeva della storia britannica. La regina ha 96 anni, e sui giornali britannici vari commentatori stanno descrivendo i festeggiamenti per il giubileo come una specie di simbolico passaggio di consegne al prossimo sovrano, il principe Carlo, figlio di Elisabetta, che è sempre più coinvolto negli impegni reali e l’ha già sostituita in alcune importanti occasioni pubbliche.
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Questo giubileo è molto diverso dagli altri: la regina, che è molto anziana, ha problemi di mobilità e di salute, peggiorati soprattutto dopo la morte del principe Filippo, che le hanno impedito di partecipare ad alcuni eventi, come invece era avvenuto nei giubilei passati.
Nel 1977, per esempio, in occasione del giubileo d’argento, la regina Elisabetta aveva visitato di persona 36 contee nel Regno Unito oltre a vari paesi membri del Commonwealth; anche 25 anni dopo, in occasione del giubileo d’oro per i suoi 50 anni di regno, aveva viaggiato sia all’interno del paese che all’estero. Qualche limitazione si era cominciata a vedere nel 2012, per il giubileo di diamante, quello dei 60 anni di regno: in quell’occasione la regina aveva viaggiato solo all’interno del Regno Unito, delegando i viaggi internazionali ad altri membri della famiglia. Quest’anno, scrive BBC, la regina si vedrà «soprattutto dal balcone di Buckingham Palace», la sua residenza.
Questo giubileo è diverso «perché è un addio», scrive Jonny Dymond, l’esperto di famiglia reale di BBC: vari commentatori ed esperti di corona britannica lo considerano una simbolica celebrazione dedicata al passaggio di consegne al principe Carlo. Un passaggio di consegne discreto e non annunciato formalmente: «Nel modo più britannico possibile – non dichiarato, non scritto e non detto – la transizione è iniziata», scrive Dymond.
A essere simbolicamente celebrata non è tanto la fine del regno di Elisabetta. La regina è ancora in uno stato di salute sufficiente a portare avanti i suoi impegni più importanti, che non sembra intenzionata a cedere: è ancora lei a prendere le decisioni, né ha delegato i suoi compiti istituzionali più delicati, come la firma delle leggi, l’incontro settimanale col primo ministro e la lettura dei documenti che il governo le invia ogni giorno, dice Vernon Bogdanor, esperto di diritto costituzionale britannico al King’s College di Londra.
Secondo diversi osservatori, però, il giubileo attuale celebra in qualche modo la fine delle apparizioni pubbliche della regina Elisabetta, che ormai da qualche tempo si fa vedere meno di prima, e prevalentemente in occasione di eventi più legati agli affetti privati che ai suoi doveri pubblici.
Soprattutto negli ultimi mesi, quelli in cui la regina ha avuto anche vari problemi di salute, questa parte del suo lavoro sembra essere stata presa in mano soprattutto dal principe Carlo, anche in occasioni molto importanti. Tra le altre cose, il futuro sovrano ha sostituito la regina per il Royal Maundy Service dello scorso aprile. È una delle più antiche cerimonie religiose della tradizione monarchica britannica: si svolge a Pasqua e prevede che il sovrano consegni alcuni doni – il numero corrispondente ai suoi anni di vita – a cittadini considerati meritevoli per il loro operato a livello locale.
L’occasione finora più importante in cui Carlo ha sostituito la regina è stata la cerimonia d’apertura del parlamento, un evento che segna l’inizio di un nuovo anno di lavori parlamentari e che di solito è accompagnato da un discorso della regina. Quest’anno la cerimonia è stata il 10 maggio, e il discorso della regina è stato letto dal principe Carlo. Non è una cosa da poco: la regina era stata sostituita in quest’occasione solo altre due volte, in concomitanza delle gravidanze del principe Andrew e del principe Edward.
Carlo ha sostituito la regina anche in occasione dell’ultima cerimonia “Trooping the Colour”: è dedicata annualmente al compleanno della regina e coinvolge 1.400 soldati, 200 cavalli e 400 musicisti impegnati in una parata. Tradizionalmente al termine della parata appariva la regina – per anni lo ha fatto a cavallo, ultimamente in carrozza – che riceveva un saluto ufficiale da parte dei soldati che poi, guidati da lei, tornavano a Buckingham Palace (il saluto si tiene a Whitehall, strada nell’area di Westminster), dove poi la regina riceveva un altro saluto. Quest’anno, per la prima volta in 70 anni di regno, la regina ha delegato il saluto e il ritorno verso Buckingham Palace a Carlo, partecipando solo al saluto finale, ricevuto dal balcone.
Secondo vari osservatori, le frequenti sostituzioni della regina nelle sue apparizioni pubbliche servono ad abituare il pubblico alla figura di Carlo, a farlo vedere sempre di più «al centro della scena, in modo da attenuare l’impatto del cambio di sovrano quando sarà il momento», ha detto Laura Clancy, esperta di monarchia britannica alla Lancaster University.