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Ancora una volta, lo studio di interior design bergamasco presenta una capsule collection senza tempo, in cui stili e riferimenti estetici si sovrappongono in un magico caleidoscopio intriso di riferimenti fotografici, cinematografici e teatrali. Il messaggio di Daniele Daminelli è chiaro, esplicito: lo spazio abitato – in questo caso le stanze del Palazzo settecentesco in cui spiccano gli affreschi dei fratelli Galliari, maestri pittori del teatro barocco, – sono il perimetro privilegiato dell’immaginazione, dell’inventiva, dell’accostamento ardito. Soprattutto un laboratorio in divenire di esperimenti senza tempo.

Studio 2046, The Big Dream, photo Simone Fiorini.

SIMONE FIORINI

Perché proprio il confronto con il passato è il primo movente delle Studio, fin dalla cifra che lo contraddistingue: 2046, uscito nel 2004, è uno dei capolavori del maestro cinese Wong Kar-wai, pellicola in cui la visione si trascina alla ricerca di un tempo dell’amore ormai perduto, nella presenza-assenza di una nostalgia insanabile, in cui romanticismo e disperazione sono lo specchio di un vivere ambivalente e «l’amore è tutta una questione di tempismo», sottolinea Daniele Daminelli.

Studio 2046, The Big Dream, foto Simone Fiorini.

SIMONE FIORINI