adele-exarchopoulos:-«voglio-mostrarvi-il-mio-lato-oscuro»-–-io-donna
Spread the love

Accesso Consentless

Naviga il sito di Iodonna.it, Amica.it, Oggi.it, Living.corriere.it, Viaggi.corriere.it e Abitare.it rifiutando tutti i cookie di profilazione ad eccezione di quelli tecnici necessari.

Hai cambiato idea e preferisci dare il consenso?1

Naviga il sito di iodonna.it con pubblicità profilata e senza abbonarti

1Come indicato nella cookie policy, noi e alcuni partner selezionati nonché gli intermediari del mercato pubblicitario facciamo uso di tecnologie, quali i cookie, per raccogliere ed elaborare dati personali dai dispositivi (ad esempio l’indirizzo IP, tracciamenti precisi dei dispositivi e della posizione geografica), al fine di garantire le funzionalità tecniche, mostrarti pubblicità personalizzata, misurarne la performance, analizzare le nostre audience e migliorare i nostri prodotti e servizi. Con il tuo consenso potremo fare uso di tali tecnologie per le finalità indicate. Puoi liberamente conferire, rifiutare o revocare il consenso a tutti o alcuni dei trattamenti facendo click sul pulsante “Preferenze” sempre raggiungibili anche attraverso la nostra cookie policy. In caso di rifiuto integrale o delle singole finalità necessarie all’erogazione di pubblicità e di contenuti personalizzati (evidenziate graficamente in colore verde) potrai scegliere di aderire a un piano di abbonamento. Puoi acconsentire direttamente all’uso delle tecnologie sopra menzionate facendo click su “Accetta” o selezionando le finalità di interesse agendo sul pulsante “Preferenze”

Arrivata al traguardo dei 30 anni, l’attrice rivelazione di La vita di Adele – con ben cinque film in uscita – sogna di concedersi uno sfizio dopo tanti ruoli “ad alto tasso di empatia”. Perché già nella vita mette ogni energia nell’essere “la migliore versione di se stessa”…

di Maria Laura Giovagnini

«Gratitudine». E «gioia». Adèle Exarchopoulos non ha esitazioni: sono i due termini che meglio descrivono il suo stato d’animo oggi. Potrebbero suonare retorici e stucchevoli – ne è consapevole – ma, francamente, se ne infischia. «Ogni volta mi sorprendo di essere dove sono. Io non calcolo mai, non uso strategie» spiega con l’inconfondibile, profondissima voce. E bisogna crederle.

Basta un episodio per attestare la sua impulsività (e il discreto anticonformismo): nel 2017, dopo 17 film e la Palma d’oro a Cannes 2013 per La vita di Adele, è tornata a vendere panini – come da ragazzina – al palazzetto di Bercy. «Ero incinta e dovevo rinunciare al set per motivi assicurativi: ho pensato a un tuffo nelle origini, in qualcosa di “normale”».

Attivista nella realtà virtuale

Dopo la nascita di Ismaël – nome scelto con l’ex compagno, il rapper Doums, per il significato (“Dio ti ascolterà” in ebraico) – ha ripreso a lavorare come prima, più di prima. A 29 anni, i film in curriculum sono 36, di cui ben cinque in uscita nel corso del 2023: Five Devils di Léa Mysius, Passages di Ira Sachs, Je verrai toujours vos visages di Jeanne Herry, Lè regne animal di Thomas Cailley, La Grande Odalisque di Mélanie Laurent.

Intanto si sta già preparando per le riprese del numero 37, Planet B di Aude Léa Rapin, un thriller science-fiction al femminile: «Impersono un’attivista che si sveglia in una realtà virtuale, in un universo controllato dalla tecnologia. Che, purtroppo, tanto fantascientifico non è: sta accadendo lo stesso nel nostro». Pazientate, non è finita: Adèle apparirà a breve nella terza stagione di LOL, chi ride è fuori, versione francese. 

Adèle Exarchopoulos: «Non voglio sapere!»

Con Moustapha Mbengue in Five Devils di Léa Mysius, in arrivo nei cinema italiani.

Niente di tutto questo era scontato. Nessun precedente in famiglia (mamma infermiera, papà insegnante di musica); nessuna vocazione specifica («Sognavo un impiego nel sociale, mi iscrissi a un corso di improvvisazione teatrale per far contenti i miei genitori, mi spingevano a cercarmi un’attività e a non passare troppo tempo in giro»); un successo improvviso che rischiava di travolgerla: La vita di Adele di Abdellatif Kechiche è stato il primo caso in cui il massimo premio di Cannes includeva le due interpreti (coprotagonista era Léa Seydoux).

A proposito: dove tiene la pergamena della vittoria?
In realtà, l’anno successivo ci hanno consegnato anche una piccola Palma. Immagino sia nella cantina dei miei, ma ho timore di chiederlo: se fosse andata perduta, un po’ mi dispiacerebbe, per quanto conti soprattutto l’esperienza condivisa con i colleghi.

Con Franz Ragowski in Passages di Ira Sachs, presto disponibile sulla piattaforma Mubi.

Colpisce la varietà delle sue nuove prove: da vicende intime come in Five Devils e Passages all’impegno civile di Je verrai toujours vos visages (sulla giustizia riparativa), dalle geniali rapinatrici di La Grande Odalisque agli umani mutanti di Lè regne animal 
Sìììì, progetti diversissimi! Sennò mi annoierei!

…ma c’è un comune denominatore fra i personaggi che interpreta?
Sono donne che tentano di essere libere. Libere da quel che la società proietta su di loro. Sono cresciuta con genitori davvero tolleranti, che mi hanno insegnato a non giudicare e a non avere paura… Ecco, io ritengo che libertà – in definitiva – significhi proprio non avere paura: paura di essere se stessi, paura di deludere.  

“Un pugno sul naso”

Adèle Exarchopoulos ai Césars quest’edizione

Usa sempre lo stesso metodo per affrontare una parte?
No! Inizio cercando di capire cosa spinge le protagoniste, quale conflitto c’è in loro, senza però diventare troppo cerebrale. Poi però a volte l’approccio è fisico, a volte spirituale, a volte “morale”.

Il ruolo più impegnativo, fra questi ultimi?
Dal punto di vista dell’azione, quello di La Grande Odalisque. Ho dovuto allenarmi, imparare a sparare: non ho accettato una controfigura. Risultato? Dopo la scena che prevedeva una scazzottata, ho beccato un pugno sul naso e ci ho messo dieci giorni per guarire.

Il colmo, dopo avere praticato a lungo la boxe.
Non la pratico più… Dal punto di vista dell’affinità interiore, invece, la parte più complessa è quella di Joanne in Five Devils, che ha una figlia dotata di talento magico: riesce a catturare (e imbottigliare) l’odore della gente. Una madre lontanissima da me, una che – pur di non accettare la verità (non spoileriamo, il segreto emerge alla fine, ndr) – ha “anestetizzato” le emozioni: è stata costretta a uccidere qualcosa di sé per non essere troppo espansiva, troppo viva, troppo appassionata. È stato duro non mostrarmi affettuosa con questa bambina, non accarezzarla. 

Adèle Exarchopoulos e Lol

Da Five Devils viene fuori l’immagine di una Francia poco tollerante. 
È ambientato in un paesino, non in una città, e questo ancora adesso fa la differenza. E poi… Quando l’ho presentato allo scorso Festival di Cannes, mi hanno chiesto se mi avesse aiutato nell’identificazione il fatto che il padre di mio figlio è di origine africana (come il marito sullo schermo, ndr). Non vedo l’ora che non ci sia più bisogno di porre questo tipo di domande: se c’è la domanda, significa che c’è il problema. Come quando buttano lì: “Sei femminista?”. Per me è di tutta evidenza: se hai umanità, sei femminista. Non serve un’etichetta. Sono le tue scelte a parlare per te, e sono le piccole scelte, i piccoli passi a innescare le rivoluzioni. 

Con un percorso così intenso, engagé, perché ha accettato di partecipare alla terza stagione di Lol?
Mi piace il format, mi piaceva l’idea di passare del tempo con queste dieci persone (fra cui la sua migliore amica, Leïla Bekhti, e colleghi del calibro di Virginie Efira, Pierre Niney e Gad Elmaleh, ndr). E, infine, mi piaceva ritrovarmi in gioco in qualcosa che guardo in tv a casa. Quando mi hanno chiesto se mi interessava, nessun dubbio: naturalmente sì!

Eccola in Lol con un cast di stelle del cinema: fra gli altri, Virginie Efira, Leïla Bekhti, Pierre Niney.

Qual è il segreto di una carriera così varia, oltre al talento? La forza di volontà, il destino, il caso?
Il destino. Però alla base c’è il credere in te stessa: se non ci credi tu, nessuno ci crederà. Non che io sia sempre sicura di me, eh: in certi giorni è assai dura e devo fingere, in altri sono assalita dai dubbi… Però mi sforzo di non lasciarlo trasparire: quando hai un bambino, le priorità cambiano. Benché ami il mio mestiere, per esempio, la cosa più importante è che mio figlio sia felice. E perché lui sia felice è fondamentale che lo sia pure io. Non è facile, nella realtà attuale, sfuggire al pessimismo, al cinismo. Per fortuna Ismaël mi aiuta a mantenere la “luce”, a continuare a guardare alle cose con curiosità e capacità di comprensione. Sto cercando di adeguarmi alla sua purezza e alla sua profondità. I piccoli sono parecchio più profondi di noi!

“Io e mio figlio”

Adèle Exarchopoulos a Cannes nel 2022

E lei che cosa gli trasmette?
Innanzitutto, passo più tempo possibile assieme a lui e tempo “di qualità”, senza distrazioni. Non mi preoccupo solo della parte “razionale” e dell’andamento scolastico. Cerco di stimolare la sua creatività, lo invito a “interrogare il mondo”, lo invito alla contemplazione.

Suona mistico.
Ho una spiritualità tutta mia che comunque, arrivando al nocciolo, si fonda su un precetto fondamentale: “Sii la migliore versione di te stessa”.  

Qualche sogno da realizzare?
Impersonare una tipa priva di moralità. Giro sempre film dove c’è moltissima empatia…

Ha poi comprato la casa in Grecia per i suoi, di cui ci anticipò il progetto?
Non ancora, me ne sto occupando (la famiglia è di orgine greca, come rivela il cognome, ndr).

“Sibyl – Labirinti di donna” con Adèle Exarchopoulos: la clip esclusiva

“Sibyl – Labirinti di donna” con Adèle Exarchopoulos: la clip esclusiva

Il 22 novembre compirà 30 anni. Come festeggerà?
Non saprei… In generale non mi interessano le grandi celebrazioni: mi basta stare con le persone che amo, mangiare buoni cibi. 

Niente di speciale, quindi.
Stare con persone speciali è speciale!

Le pare ci sia qualcosa da aggiungere, per poi salutarci?
Ci dovremmo amare un po’ di più gli uni con gli altri. 

Ricevi news e aggiornamenti sulle ultime tendenze beauty direttamente nella tua posta

(ride lei per prima: sa che suona banale, ma è evidente che lo pensa davvero. E di quel che penseranno gli altri se ne infischia)

iO Donna ©RIPRODUZIONE RISERVATA