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Il miliardario e il generale. La sfida in Repubblica Ceca dove si vota per eleggere il nuovo presidente è tra il magnate populista ed ex capo del governo Andrej Babis e l’ex capo di stato maggiore, il liberaldemocratico Petr Pavel, dato per favorito, pur non avendo alcuna esperienza politica, al contrario del tycoon.

Al primo turno il liberaldemocratico Pavel ha superato Babis di pochissimo (35,4% contro 35%), ma secondo i sondaggi sarebbe il favorito (59-41), anche perché si sono schierati con lui i quattro tra i sette candidati eliminati al primo turno che hanno ufficializzato il loro endorsement, e soprattutto Danuse Nerudova, che il 14 gennaio è finita terza con il 13%.

Babis, ex ministro delle Finanze e ex capo dell’esecutivo, travolto anche da numerosi scandali, nelle ultime settimane ha cambiato piuttosto radicalmente toni e argomenti, descrivendosi perfino come un pacifista.

Babis, ex ministro delle Finanze e capo dell’Esecutivo, travolto anche da numerosi scandali nelle ultime settimane ha cambiato piuttosto radicalmente toni e argomenti, descrivendosi perfino come un pacifista.

I due candidati tuttavia un legame comune. Entrambi sono stati membri attivi del partito comunista. Ma quelli erano altri tempi. La Repubblica Ceca apparteneva al blocco orientale.

Ora il paese è parte dell’Unione Europea e della NATO. E questo è un fattore che pesa sul voto popolare. Babis ha sempre sostenuto che farà di tutto per evitare il coinvolgimento della Repubblica Ceca nel conflitto in Ucraina al contrario del suo avversario Pavel, europeista e favorevole al sostegno a Kiev. L’ultima parola spetta ora agli elettori.

I due candidati tuttavia un legame comune. Entrambi sono stati membri attivi del partito comunista. Ma quelli erano altri tempi. La Repubblica Ceca apparteneva al blocco orientale, ora è parte dell’Unione Europea e della NATO. E questo è un fattore che pesa sul voto popolare. Babis ha sempre sostenuto che farà di tutto per evitare il coinvolgimento della Repubblica Ceca nel conflitto in Ucraina al contrario del suo avversario Pavel, europeista e favorevole al sostegno a Kiev. L’ultima parola spetta ora agli elettori che votano anche questo sabato.