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Putin è un mostro. Putin un despota. Un criminale di guerra, un uomo malato. Quante definizioni (talune pure meritate) riguardo allo Zar incontrastato della Russia.

È ovvio che chi dichiara guerra, chi invade uno Stato sovrano, una bella figura non ce la fa. Magari poteva avere anche alcune ragioni (che noi comuni mortali non sapremo mai, per vari motivi), ma chi comincia una guerra passa inevitabilmente dalla parte del torto. Agli occhi della popolazione mondiale.

Che sia una guerra soltanto economica e non ideologica, lo si era intuito da subito. La conferma è arrivata quando Finlandia e Svezia hanno fatto richiesta di entrare nella NATO. Situazione simile a quella ucraina, ma a Putin non interessa. Facciano come vogliono.

Che sia diventata farsesca lo abbiamo annusato quando il dittatore turco Erdogan si è messo a fare da paciere. Proprio lui. Mancava solo Kim Jong-un come garante delle pari opportunità e poi eravamo all’avanspettacolo.

Putin si è dimostrato un valido stratega (avevamo dubbi?). Ha aspettato che in America si insediasse il più debole e traballante presidente e il 24 febbraio ha dato il via alle danze. Certo, con Trump non si sarebbe azzardato, ma con lo zio Joe è stata una passeggiata.

La debolezza di Biden, l’inutilità dell’Europa

E così sono oltre tre mesi che va avanti questa tarantella. Ed è inutile indignarsi, scandalizzarsi, meravigliarsi dei morti. È una guerra, e in guerra i morti ci sono. Purtroppo.

Bisognerebbe indignarsi di come l’occidente stia gestendo la situazione. E lo sta facendo in due modi ben distinti, ma con gli stessi identici risultati.

Biden, sembra il cane dell’ortolano: quello che abbaia da lontano. Dalla sua poltrona antidecubito di Washington urla frasi – spesso sconnesse – contro Putin il Terribile. Promette e tuona. Ogni tanto scorreggia e vede fantasmi. Ma il risultato?

L’Europa invece, la fanciulla nata morta, non riesce a darsi un’identità. È ancora una volta schiava di se stessa. Ancorata e affogante nella propria inutilità. Impastoiata nella burocrazia. Disastro di cumulo informe di nazioni con una loro identità, con una loro indipendenza e che non sarà mai una federazione. E si vede. Ma il risultato?

Il risultato è evidente: Putin sta arrivando in fondo ai propri obiettivi. Senza aver sofferto più di tanto. Dando il giusto peso a Stati Uniti e Europa (peso nullo) e facendo esattamente quello che si era messo in testa.

Appena avrà lo sbocco sul mare, la guerra magicamente finirà.

E la Cina? Numeri uno in assoluto. Zitti, un passo indietro, a guardare quello che succede. A prendere appunti. Pronti all’invasione di Taiwan.

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