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Jako, un progetto giovanissimo, che alla base vede la passione comune per le cose buone, belle e ricercate, da parte dei soci Luca Berti, imprenditore veronese nel mondo della logistica e dei trasporti, e Michele Ceradini, responsabile vendite, e Severino Barzan, ambassador e connoisseur del mondo della Champagne. Jako fa della ricerca dei migliori terreni, in diversi areali viticoli del nostro paese il suo obiettivo primario, che sfocia poi in vini prima di “interpreti” che di mero terroir. Tutto è iniziato con un Pinot Noir dell’Oltrepò Pavese. Il successo li ha praticamente obbligati a proseguire. L’immagine di ogni etichetta riprende il fenicottero, rosa, simbolo di Miami, dove per anni ha visto Luca. A seguire le vigne – le singole sfide di Jako – c’è il prof. Leonardo Valenti, affiancato in canina dall’enologo Lorenzo Dionisi. Entrambi si affidano all’esperienza di Barzan, “uomo dell’anno” nel 1998 per la Revue du vin de France, citato tra le personalità enologiche dalla Bacchus Society of America e Best Award of Excellence, il massimo riconoscimento da parte di Wine Spectator. Ma, cosa più importante, fondatore della Antica Bottega del Vino di Verona, luogo di culto per gli amanti del vino, soprattutto durante il Vinitaly. Jako wine è arrivato nel momento in cui si approcciava alla pensione: “finalmente qualcuno mi chiedeva di fare qualcosa di estrema qualità. Solo grandi vini, su territorio specifici, con varietà specifiche. Il vino non si fa semplicemente con l’uva, ma si parte da lontano… Il prodotto finale è il nostro prodotto, non vogliamo copiare nessuno, non vogliamo essere simili a nessuno… vogliamo essere noi stessi”.

Tra le 8 referenze prodotte, per un totale di 20mila bottiglie, spiccano i Metodo Classico e il Campocasa, un bianco a base di uva rossetto, di struttura e dal buon potenziale di invecchiamento. È prodotto in Lazio, ai confini con l’Umbria, in due ettari a 300 metri s.l.m. nella zona di Montefiascone.

 

James’ Tasting

Jako Brut Rosé 2017 Metodo Classico

Un Pinot Noir che nasce ed esprime la matrice dei terreni calcarei dell’Oltrepò Pavese e la loro tessitura di medio impasto, esposti a Est-Nord-Est. Pochi esemplari, 2.500, per questa espressione del tempo che passa, oltre novanta infatti i mesi sui lieviti. Vinoso, di potenza più contenuta grazie all’autolisi, una conferma, una sorta di “regola non scritta” per i vini di questo areale, così duri e impietriti da giovani ma che con l’attesa e protocolli diversi restituiscono sorsi come questo: floreali al naso e delicati, persistenti e di struttura tesa ma non per questo corroborante. Il perlage è perfettamente inserito nella materia, composta da una filiforme trama sapida.

jakowine.it

 

Category: spa