Apre a Roma il primo urban hotel firmato Six Senses. Il marchio simbolo di un lusso rilassato e sostenibile.
Il primo progetto a favore dell’ambiente circostante, in questo caso quello urbano, è la ristrutturazione della facciata di San Marcello al Corso, proprio accanto all’hotel. Con questo biglietto da visita il Six Senses Roma apre le porte alla città, primo approdo del colosso dell’ospitalità extralusso nella Penisola. Ne seguiranno altri, il primo in Umbria. Un calendario fittissimo di nuove aperture nel vecchio continente: 38 nei prossimi anni, che porteranno a 49 le strutture del brand del lusso sostenibile che declinerà il suo concept in ambienti e stili differenti. Quello di Roma, ad esempio, è il primo urban hotel del marchio, vera oasi di tranquillità in quel centro storico patrimonio Unesco troppo spesso violato da traffico convulso e rumoroso.
Sis Senses Roma. Urban hotel nella Città Eterna
Basta varcare la soglia per rendersene conto: superata la hall, gli spazi comuni al piano terra, pieni di piante, divanetti e poltroncine sono un invito alla calma e al relax, il soffitto trasparente consente squarci di cielo incorniciati dalla struttura di metallo che continua anche nel cortile interno: è quella originale degli anni ’50 di Ludovico Quaroni, eredità di quando il cinquecentesco Palazzo Salviati Cesi Mellini ospitava la Banca di Roma. Non l’unica: nel progetto – certificato LEED Gold e firmato da Patricia Urquiola, che ha disegnato anche gran parte degli arredi – sono stati mantenuti alcuni elementi come i desk ai piani e una certa impronta nell’area ascensori, proprio di fronte la grande scala monumentale con il lucernario decorativo che il restauro dell’edificio ha riportato all’antico splendore.
La valorizzazione del patrimonio storico è un’altra espressione dei principi di sostenibilità, responsabilità ambientale, rispetto dell’ambiente circostante e l’identità dei luoghi. Si ritrova nei materiali come cocciopesto e travertino, in alcuni dettagli decorativi, nelle sedute in marmo nelle terrazze private che rimandano al triclinio romano. Così come nell’enorme Spa aperta al pubblico esterno, uno dei marchi di fabbrica del brand, che qui rimanda alle terme romane con calidarium, tepidarium e frigidarium che – uniti a servizi ultramoderni e aree per lo yoga e la meditazione – definiscono l’offerta wellness dell’hotel, che ha una collezione di 96 camere di 12 categorie diverse. E poi c’è la grande vasca battesimale del IV secolo, testimonianza della stratificazione di epoche dell’edificio e frutto di scavi archeologici di inizio ‘900, ora visibile da un oblò di vetro sul pavimento nella lobby, vero luogo d’incontro e convivialità con divanetti e postazioni per lavorare, dove il grande bancone di travertino semicircolare – gemello di quello nel cortile – ospita la postazione dei barman.
BIVIUM: il ristorante del Six Senes Roma
E di nuovo si parla di storia romana, di sostenibilità, di armonia con l’ambiente anche nel all day dining BIVIUM, al piano terra: legno chiaro, aree differenziate per la panificazione (curata da Simone Cascioli), teche frigo per i salumi, i formaggi e per il vino, corner dolci e gelati e una cucina centrale operativa dalle 11 alle 22.30, coordinata da Nadia Frisina (in arrivo dal St. Regis di Venezia come ultima tappa di un percorso nell’hotellerie di lusso). A lei è stato affidato il compito di tradurre in cucina il concept Six Senses.
La stagionalità per esempio: niente frutta fuori stagione, neanche al buffet della colazione. Non facile nelle dinamiche di un grande albergo. E poi la sostenibilità che passa per l’idea del from farm to table: “abbiamo lavorato tanto sui fornitori, facendo moltissima ricerca tra piccoli produttori, soprattutto locali”. Niente magazzini generali o ordini monster: “ho un rapporto diretto con gli agricoltori, che hanno piccole produzioni, e capita che alcuni si coordinino tra di loro per far fronte alle quantità di cui abbiamo bisogno. Così abbiamo prodotti veri, e anche una semplice zucchina fritta è un’esplosione di sapori”. È un lavoro di programmazione a fianco degli agricoltori che assicura freschezza “riusciamo a prenotare direttamente dal campo frutta e verdura raccolte appositamente, evitiamo il passaggio nelle celle frigo e riusciamo a trovare un punto d’incontro tra le nostre esigenze che sono quelle di un grande albergo nel cuore di Roma e quelle di una fattoria o di un orto che ha i suoi tempi e i suoi ritmi”. Ci sono L’Orto di Clapi di Lorenzo Maggi per le erbe aromatiche mentre le uova provengono da Cupidi, azienda bio impegnata in un progetto sociale con bambini diversamente abili, a ribadire il concetto di responsabilità caro a Six Senses. Per l’extravergine di oliva invece si va in Sicilia, terra d’origine di Nadia – “abbiamo Boniviri, etichettato per noi, il primo olio carbon free in Italia, a loro ci rivolgiamo come hub attento alla sostenibilità e al prodotto locale, attraverso di loro prendiamo anche la mandorla pizzuta di Avola, il miele di Ape Nere dell’Etna”. Dalla Sicilia anche il cioccolato di Modica di Bonajuto, usato nei dolci dal party Elia Bartoli.
Cosa si mangia al BIVIUM del Six Senes Roma
A scandire la proposta, che ha una grande componente vegetale, ci sono i crudi, le selezioni della salumeria e il Josper: carne, pesce o verdure: carciofo, o il merluzzo carbonaro immerso in acqua e sale che dà accenti di baccalà, o ancora Rib Eye o pollo. L’idea è quella di una cucina italiana fresca, diretta, moderna che mescola ispirazioni domestiche come la parmigiana di melanzane, twist su ricette tradizionali romane come la cacio e pepe con il cacio magno, a proposte più contemporanee per esempio i fusilli al pistacchio e tartare di gamberi rossi. A breve due degustazione – uno L’infanzia dello chef, ispirato alla Sicilia e ai sapori della memoria, come l’insalata di cedro, e un’altro ispirato alla Cucina dell’Impero Romano, una rilettura di alcune ricette di Apicio, “come la patellam lucreziana, una antica zuppa di pesce con garum e mosto, la lagana, antenata della lasagna con cicerchie della Tuscia, o il globus, una specie di bombolone ripieno di confettura di fichi,”. C’è anche la pizza, ovviamente con farine da grani tradizionali (del mulino Agostini), a ribadire il concetto di un lusso senza sovrastrutture, dove vivere un’esperienza rilassante.
Bisogna attendere ancora qualche settimana per l’apertura di NOTOS la terrazza panoramica, altro tassello di questo hotel.
Six Senses. Il 5 Stelle lusso della sostenibilità
Il focus di Sex Senses è il benessere dell’ospite. Sin da quando – era il 1995 – l’indo-britannico Sonu Shivdasani e la moglie Eva Malmstrom aprirono il primo hotel con l’obiettivo di andare oltre le destinazioni (scegliendo, comunque, sempre i luoghi più esclusivi e incantevoli del pianeta) puntando a creare spazi in cui rigenerarsi e riconnettersi con se stessi e con la natura. Hanno firmato resort leggendari, mettendo a fuoco, un’inaugurazione dopo l’altra, un mix incredibile di grande design, accoglienza avvolgente, servizi straordinari, sostenibilità. Diventando così destinazioni essi stessi. E se pure nel corso del tempo la catena ha cambiato proprietà (con l’acquisizione da parte di InterContinental Hotels Group per circa 300 milioni di dollari) l’approccio non è mai cambiato, semmai si è ancora di più focalizzato sui concetti chiave del brand diventato ormai sinonimo di una formula tutta nuova di lusso, che abbandona ogni forma di sfarzo per dedicarsi al benessere dei clienti (a Roma affidato alla direttrice Francesca Tozzi che punta tutto su un concetto che talvolta pare scomparire: l’empatia con i clienti), mantenendo alta l’attenzione all’ambiente. E non per moda o per facciata: l’impegno del gruppo nei confronti dell’ambiente e la società è concreto, certificato e tangibile, cresciuto negli anni, dando vita a un nuovo concetto di ospitalità. Che è appena approdato in una Roma finalmente entrata nei circuiti della grande hotellerie con investimenti milionari, capaci di riposizionare la città nelle coordinate del turismo internazionale grazie all’incredibile numero di alberghi aperti o in procinto di aprire come Romeo, Bulgari, Edtion, Nobu. Ne parleremo, anche di quelli.
Six Senses – Roma – Piazza di San Marcello – https://www.sixsenses.com/en/hotels/rome
BIVIUM: 06 86814000 – [email protected]
a cura di Antonella De Santis