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STATI UNITI

21.06.2022 – 23:28

Un documentario sviscera la realtà quotidiana dei dipendenti che lavorano per garantire diritti che non sembrano avere

NEW YORK – Un «buon» terzo. Intervistati in un documentario, diversi ex dipendenti delle Nazioni Unite raccontano una realtà di molestie, stupri e omertà. E di una paura di denunciare a causa di ritorsioni come il licenziamento.

«Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza della propria persona». «Ogni individuo ha diritto, in ogni luogo, al riconoscimento della sua personalità giuridica». Questi sono solo due, il numero tre e il numero sei, dei 30 articoli che fanno parte della Dichiarazione universale dei diritti umani, approvata il 10 dicembre 1948 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

La Dichiarazione dovrebbe garantire i diritti di ogni persona. In un documentario realizzato dalla Bbc degli ex dipendenti dell’Onu raccontano la loro esperienza all’interno dell’organizzazione, affermando che esiste una realtà radicata di molestie e abusi.

Martina Bostrom è un’ex dipendente che occupava all’interno delle Nazioni Unite una posizione di rilievo: era consulente senior nel Programma per l’Hiv e l’aids. Nel documentario racconta che una sera nel 2015, dopo una riunione di lavoro stava facendo ritorno in hotel ed era insieme al vicedirettore esecutivo del medesimo Programma, Luiz Loures. Ma, entrati nell’ascensore, afferma di essere stata toccata e baciata con la forza. L’uomo avrebbe provato a trascinarla in camera. «L’ho supplicato di fermarsi, di lasciarmi andare».

Denunciato all’Ufficio delle Nazioni Unite per i servizi interni, che si occupa di monitorare quanto accade all’interno dell’Onu, senza però avere autorità legale, la donna ha ricevuto una lettera in cui veniva affermato che quanto denunciato era sicuramente un’esperienza traumatica, ma che «non ci sono prove rilevanti».

Purna Sen, nominata portavoce per le molestie e le discriminazioni nel 2018 all’interno dell’organizzazione, ha spiegato alla Bbc che un «buon» terzo dello staff afferma di aver subito degli abusi mentre lavorava. Peter Gallo, che ha lavorato per l’organizzazione in qualità di investigatore per quattro anni, ha raccontato invece che per quanto la sua esperienza sia stata breve nella Palazzo di vetro, non ha potuto fare a meno di notare «come sia corrotta da capo a piedi».

L’Ufficio del Segretario generale António Guterres, in risposta al documentario: «Ci sono stati grandi miglioramenti nella lotta contro il flagello delle molestie sessuali, da cui nessuna organizzazione è immune».