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Annullate con rinvio le condanne di Finnegan Lee Elder e Gabriele Natale Hjorth. Appello bis per Gabriel Natale Hjorth per il concorso nell’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, ucciso con undici coltellate il 26 luglio del 2019 a Roma mentre per Finnegan Lee Elder per le sole aggravanti e per l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale. È quanto hanno deciso, a sorpresa, i giudici della prima sezione penale della Cassazione che hanno annullato con rinvio a una nuova sezione della Corte d’Appello di Roma la sentenza che aveva condannato a 24 anni Elder e a 22 Hjorth. La procura generale aveva chiesto invece la conferma delle condanne. Il carabiniere Cerciello ”era disarmato e dopo essersi identificato è stato ucciso con 11 coltellate in 20 secondi”, ha ricordato Loy durante la requisitoria.

Soddisfatto, ovviamente, il difensore di Gabriel Natale Hjorth, l’avvocato Fabio Alonzidopo la sentenza: “Esprimiamo grande soddisfazione per l’esito, abbiamo finalmente qualcuno che ha sentito le nostre ragioni. Adesso si apre una nuova pagina nel processo”.

La Suprema Corte era chiamata a decidere se confermare o meno le condanne già emesse a carico dei giovani americani imputati. La Corte di Assise di Appello di Roma il 17 marzo 2022 aveva condannato Finnegan Lee Elder a 24 anni di reclusione e Gabriele Natale Hjorth a 22 anni. I giudici si erano espressi per la riduzione di pena, perché in primo grado a entrambi era stato inflitto l’ergastolo.

 Gabriel Natale-Hjorth e Finnegan Lee Elder  foto LaPresse

La pg Francesca Loy aveva chiesto la conferma delle condanne, l’inammissibilità del ricorso di Elder e il rigetto di quello di Natale. “Forse – le parole di Loy – c’è stata una sottovalutazione da parte dei due carabinieri che pensavano di compiere una normale azione di recupero di uno zaino sottratto da due ragazzini” e invece “in 20 secondi Cerciello Rega è stato colpito da 11 fendenti che non c’era alcuna necessità di infliggere dato che ai due americani era stato solo chiesto di fermarsi”. 

Roberto Capra, difensore di Finnegan Lee Elder, aveva invece chiesto un nuovo giudizio. “Ci sono ancora troppe lacune nella ricostruzione di quello che è successo quella sera e per questo ci aspettiamo che la sentenza di Appello venga cassata e ci sia un nuovo giudizio”, le parole del legale.

Rosa Maria Esilio vedova Mario Cerciello Rega foto LaPresse

L’omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega

La sera in cui Cerciello Rega è stato ucciso tutto inizia con il tentativo fallito dei due americani, all’epoca 19enni in vacanza a Roma, di comprare della cocaina a Trastevere. Durante un successivo incontro con il pusher, i due avrebbero rubato lo zaino del mediatore, Sergio Brugiatelli. Quest’ultimo, dopo aver ricevuto la telefonata dei due statunitensi con la richiesta di riscatto (quello che viene definito “cavallo di ritorno”), allerta i carabinieri. Così scatta l’operazione: all’appuntamento fissato nel quartiere Prati viene inviata una pattuglia di militari in borghese: il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega e il collega Andrea Varriale. Quella stessa pattuglia, seppure in borghese, secondo la versione di Varriale qualche istante prima si qualifica di fronte ai ragazzi. Ma quando i militari chiedono i documenti, scatta la reazione violenta e improvvisa, in particolare di Elder che secondo gli inquirenti ha colpito Cerciello Rega con numerosi fendenti. Varriale, impegnato in un corpo a corpo con l’altro americano, non riesce a soccorrere in tempo il collega. Secondo quanto emerso dalle indagini, nessuno dei due aveva una pistola. Elder e Hjorth vengono arrestati nel loro albergo poche ore dopo.

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