Sono trascorsi 90 anni da quando, a Nalles, 32 famiglie di viticoltori decisero di aggregarsi sotto un’unica cantina, la Cantina Nals. Era il 1932, ormai lontani di 14 calendari dalla fine della Prima Guerra Mondiale e già abbastanza vicini alla successiva da poterne avvertire i primi sentori. Un periodo di transizione che, specialmente nell’impero austroungarico, ha dato ben poco margine di respiro e di agio. Ma, nonostante questo, quelle 32 famiglie contadine si riunivano per lavorare la terra, l’unica cosa che sapevano e potevano fare.
Ciò che accadde in mezzo fu un orrendo terremoto che agita ancora i libri di scuola. In quello che oggi è Alto Adige nulla fu più come prima. Da austriaci che erano, si ritrovarono italiani, da un giorno con l’altro. Eppure l’impronta viticola rimase la stessa, e accompagnò la storia di un popolo che è tutt’oggi diviso in due profili. Si giunse quindi al 1985, anno in cui la sopravvissuta Cantina Nals, di Nalles, si unì alla Cantina Margreid, di Magrè, dando forma a quella che oggi è, appunto, la cantina cooperativa Nals Margreid. Dapprima 32, oggi le famiglie di viticoltori che collaborano con la Cantina sono ben 138, dislocate tra Nalles, la Val d’Adige e Magrè, con appezzamenti posizionati fra i 200 e i 900 m.s.l.m. dai differenti profili pedoclimatici.
Il lavoro sinergico che l’enologo Harald Schraffl svolge insieme ai propri conferitori dà risultati incredibilmente tangibili all’interno dei vini di Nals Margreid. Il protagonismo è riservato alle bacche bianche, che occupano il 70% della superficie vitata totale di 160 ettari. Ogni varietà ha la “sua” zona di elezione: Sirmian è la nicchia del Pinot Bianco, mentre il Sauvignon abita le colline di Mantele; lo Chardonnay viene esaltato dai terreni di Magrè, stessa zona dove viene coltivato il Pinot Grigio, appena poco più a sud; il Gewürztraminer proviene da vigneti siti a Termeno, il Pinot Nero dalla zona prediletta di Appiano; la Schiava trae migliore espressione dall’area del noto Santa Maddalena, ma il Lagrein è sempre a Gries; il Merlot sta nella zona di Magrè, dove anche Cabernet Sauvignon e Moscato Giallo rendono al meglio.
Se ne traggono vini che giocano tutte le loro carte nella partita dell’equilibrio e della finezza, con una trama di durezze finemente cesellate e particolarmente predisposte all’affinamento nel tempo. Vertice massimo dello stile Nals Margreid – ovvero uno stile che tutela l’espressione varietale calata nel territorio altoatesino, perché in fondo è proprio questo il punto di forza della viticoltura, quello di saper in qualche modo tradurre al gusto la complessità di una terra – è la cuvée Nama. Un blend che riassume l’eleganza della bacca bianca altoatesina, rappresentata per la maggior parte dallo Chardonnay, che compone il blend al 90%, e in minor quota dal Pinot Bianco e dal Sauvignon. Una triade di vitigni che sono diventati nel tempo il simbolo della viticoltura e dell’enologia locale, nota per le sue finezze.
“Mi piace dire che Nals è il nome e Margreid il cognome di questa nostra azienda” racconta sorridendo Gottfried Pollinger, presentando un parterre di tre vini della linea Selection e la punta di diamante Nama 2018. Un bellissimo modo di mostrare dove può arrivare una Cantina cooperativa, quando la varietà umana e territoriale diventa preziosissima risorsa e un presupposto di grande eccellenza.
DEGUSTAZIONE
PINOT BIANCO SIRMIAN
CHARDONNAY RISERVA BARON SALVADORI 2019
SAUVIGNON MANTELE 2019
NAMA 2018