LE “VITE OPEROSE” DELLA CASA DEI TALENTI BERLUCCHI – James Magazine

le-“vite-operose”-della-casa-dei-talenti-berlucchi-–-james-magazine
Spread the love

Inaugura oggi, presso la sede della Guido Berlucchi, la prima scultura luminosa del ciclo Vite Operose, progetto artistico inaugurale di Casa dei Talenti Berlucchi.

Casa dei Talenti Berlucchi, format diretto da Caroline Corbetta, curatrice d’arte contemporanea e membro del Comitato Scientifico di Academia Berlucchi, è finalizzato alla realizzazione di programmi culturali di rigenerazione e promozione del territorio della Franciacorta ed alla valorizzazione delle persone che vi operano, in un’ottica di sostenibilità umana e ambientale.

Vite Operose, ideato dall’artista visivo Valerio Rocco Orlando, è un progetto artistico partecipato e diffuso, dedicato al tema dell’operosità, che nasce in Franciacorta per svilupparsi, nel corso del 2023, nel cuore delle due città Capitale della Cultura Italiana 2023. Si tratta, infatti, di un ciclo di opere d’arte community-based che nascono dal coinvolgimento di tre comunità della Franciacorta e delle città di Bergamo e Brescia attraverso una serie di attività laboratoriali.

I primi laboratori, realizzati nel mese di gennaio a Palazzo Lana, hanno coinvolto su base volontaria un gruppo eterogeneo di collaboratrici e collaboratori della Guido Berlucchi con i quali l’artista ha indagato la dimensione operosa della Franciacorta.

Questo articolato processo ha portato alla selezione, da parte dell’artista, di un pensiero elaborato e trascritto nel corso dei laboratori da uno dei partecipanti: una frase come sintesi delle relazioni tra le persone e con il territorio, della dignità del lavoro e dell’identità di queste zone in cui si intrecciano ruralità e urbanità, natura e cultura.

É la frase che l’artista ha trasformato in scultura luminosa al neon, lunga quasi 6 metri, realizzata a mano in edizione unica per essere allestita sulla torre del Castello di Borgonato.

https://www.jamesmagazine.it/wp-content/uploads/2023/03/academia_berlucchi_-_finale.mp4-1080p.mp4

La scultura è stata realizzata artigianalmente con la tecnica del neon, proprio per riprodurre la grafia umana. Questo linguaggio artistico è metafora della cura manuale nella pratica della coltivazione della vite” spiega Valerio Rocco Orlando. “Il lavoro ha diversi volti è una frase diretta e stratificata allo stesso tempo che racchiude simbolicamente le molteplici sfaccettature del lavoro ma anche la dimensione umana dei lavoratori. La scultura di luce, frutto della partecipazione creativa della comunità Berlucchi agli incontri attivati dall’artista, è allestita sul Castello di Borgonato, davanti alle vigne, dove costituisce una presenza luminosa sostenibile sia in termini di consumo che di impatto rispetto all’ambiente con cui convive, mutando con esso” racconta Caroline Corbetta, curatrice del progetto.

VITE OPEROSE, A BERGAMO E BRESCIA

Le prossime fasi del progetto vedranno, nel corso dei prossimi mesi, lo svolgimento di altre due sessioni di laboratori e altrettante sculture al neon, nelle città di Bergamo e Brescia con la collaborazione di GAMeC e Fondazione Brescia Musei.

Per quanto riguarda la città di Bergamo è andata definendosi l’intenzione da parte dell’artista di confrontarsi con il tema della relazione tra il sistema educativo e il mondo del lavoro. Coerentemente, è stata identificata nella comunità degli studenti del Politecnico delle Arti il referente ideale a cui Valerio Rocco Orlando presenterà il progetto per ingaggiare una serie di partecipanti volontari e costituire una seconda comunità di pratica. Questo gruppo, durante una serie di laboratori guidati dall’artista, imbastirà una riflessione collettiva sulla città come territorio dedicato alla formazione delle nuove generazioni. L’obiettivo è quello di ripensare insieme i legami tra istituzioni culturali, aziende e nuovi cittadini, a partire dalla considerazione per cui le classi scolastiche territoriali sono caratterizzate da una multi-appartenenza.

A sigillare il ciclo sarà la città di Brescia dove, attraverso il confronto con la curatrice Caroline Corbetta e le istituzioni locali, è emersa la volontà di approfondire il tema della relazione tra il lavoro e l’interculturalità. Pertanto, è stata identificato come terzo interlocutore del progetto la comunità eterogenea composta da mediatori culturali di diversa origine e provenienza, che da anni operano all’interno del Museo di Santa Giulia. Con loro, l’artista rifletterà sia sulle forme di cittadinanza digitale scaturite dall’esperienza comune di valorizzazione del patrimonio culturale, sia sul lavoro visto come strumento di definizione individuale e di integrazione sociale.

VITE OPEROSE E ACADEMIA BERLUCCHI

La prima scultura di Vite Operose, a conclusione del primo ciclo di laboratori, viene inaugurata in occasione della quarta edizione di Academia Berlucchi. Nata nel 2019, Academia Berlucchi è l’appuntamento annuale promosso dalla Guido Berlucchi che quest’anno vede rappresentanti di spicco delle comunità di Bergamo e Brescia confrontarsi sul tema Vite Operose – La creatività come rito propiziatorio: come la sintesi tra Creatività ed Operosità possa aiutare a liberare energie e a tracciare percorsi di successo innescando cicli virtuosi in campi e professioni tra loro anche lontane, ma accomunate da un vitale approccio comune.

Se” come diceva Aristotele “l’uomo è un animale sociale, credo che questo esercizio sottolinei ulteriormente la forte componente di Umanità della Guido Berlucchi”, racconta Francesco Morace, direttore del Comitato Scientifico di Academia Berlucchi, “voglio ringraziare tutte le persone che hanno deciso di partecipare e anche quelle che, magari per timidezza, non l’hanno fatto. L’opera rimarrà in situ come un frutto della piccola comunità Berlucchi e tutti dovranno sentirsi da essa riconosciuti e rappresentati. Perché nessuno può immaginare l’opera straordinaria che ciascuno può scrivere insieme agli altri”.

Abbiamo voluto realizzare questo progetto sul territorio e per il territorio partendo dalla Franciacorta”, racconta Cristina Ziliani, relazioni esterne dell’azienda, “siamo particolarmente orgogliosi di avere reso la comunità delle nostre collaboratrici e dei nostri collaboratori protagonista di questa opera, nonché portavoce della visione della nostra grande famiglia, che da più di 60 anni pone al centro la tutela e la promozione del nostro territorio. Non a caso abbiamo scelto di installare la scultura sulla collina dove sorge il Castello di Borgonato, la cui torre risale all’epoca longobarda. Un luogo simbolo della Franciacorta e crocevia fra il passato storico della nostra azienda e una nuova strada che si apre verso il futuro. Proprio su questa collina, infatti, abbiamo accolto le prime barbatelle di Erbamat, un antico vitigno autoctono della provincia bresciana, dimenticato a lungo e solo recentemente riscoperto, che grazie alla sua maturazione tardiva potrà diventare fondamentale per rispondere alle sfide poste dal cambiamento climatico. Mi piace pensare a questo intervento artistico come a una metafora del passato che sostiene il futuro: da un lato la torre storica del Castello che supporta la scultura neon, dall’altro il terreno antico che da linfa al vitigno simbolo di un domani più sostenibile”.

berlucchi.it

Exit mobile version