Anche questo mese abbiamo stilato la classifica della 10 case più lette sul sito di AD Italia. Appartamenti abitati dai grandi nomi del design, monolocali colorati e abitazioni contemporanee progettate nel segno della spiritualità.
Dal 1663, quando fu costruito dall’architetto Maurizio Valperga per sé e la sua famiglia, questo bel palazzo barocco nel centro di Torino ha avuto molte vite. L’ultima, forse la più straordinaria, la deve a Gruppo Building, che l’ha acquistato nel 2010 e lo ha completamente riqualificato, mantenendone inalterato l’impianto e l’identità barocca (facciate, cortili, soffitti a cassettoni e affreschi al piano nobile) ma modernizzandolo per poter entrare a far parte a pieno titolo della new wave architettonica della città. La prima cosa che ha conquistato è stato un nuovo nome: The Number 6, dal civico sulla via Alfieri che connota il condominio. E poi il titolo di “Casa più bella del mondo” , dal premio che ArchDaily gli ha conferito nel 2015 come Building of the Year.
Stile mediterraneo, rivisitato in chiave moderna. Materiali naturali e locali, con finiture “nude”; un minimalismo accogliente e funzionale, in cui nulla è superfluo, e tutto è utile; un ambiente sereno in cui la luce gioca un ruolo essenziale… Gli elementi chiave del nuovo stile mediterraneo sono anche i riferimenti principali di Casa Maiora, la nuova struttura progettata da Andrew Trotter in Puglia.
Noto in tutto il mondo per essere la sede ospitante di grandi artisti italiani (e non) come il Caravaggio, Andrea Mantegna, Tiziano e Michelangelo Buonarroti – solo per citarne alcuni – il maestoso Museo di Capodimonte fa bella mostra di sé sulla ridente collina campana. In origine, con uno sviluppo urbanistico ancora non invasivo, l’area acquisisce sempre più la sua identità. Ma è solo a partire dall’Ottocento, in seguito alla costruzione di ville, giardini e cascine nobiliari, che la collina si trasforma in una vera e propria zona di villeggiatura per i napoletani. Qui, infatti – tra vicoli con viste mozzafiato sulla città di Napoli e grandi piante di limoni che emergono dai giardini storici del Vico Paradisiello – un appartamento di 60 metri quadri torna a splendere grazie all’intervento di ristrutturazione di un giovane studio, La Fotosintesi, che, porta in scena il meglio dello stile vintage chic.
La villa dei misteri in provincia di Reggio Emilia è un gioiello di rara bellezza. Non si tratta della più nota villa dei misteri di Pompei, ma di una residenza che porta con sé un fascino d’altri tempi per varie ragioni. Passando da qui, mai verrebbe in mente che a Poviglio, nelle tranquille campagne n provincia di Reggio Emilia, si possa trovare la più grande “terramara” (termine usato per indicare un vasto abitato dell’Emilia a occidente del Panaro e della bassa Lombardia, fiorito durante la piena civiltà del bronzo e agli inizi di quella del ferro), la più grande d’Europa, costituita da un villaggio con due abitati, vasto circa sette ettari e databile in un periodo compreso tra il XVI e il XII secolo a.C.
C’è il mare dentro (ma anche fuori) questo grande appartamento affacciato sul blu del golfo di Taranto. Al terzo e ultimo piano di un palazzo di inizio Novecento completamente ristrutturato, tanto da perdere ogni connotazione d’epoca all’interno, un professionista ha trovato la casa dei sogni per sé e la sua famiglia.
Un loft wabi-sabi a Barcellona. Ne è rimasto subito colpito. Non appena ha visto il terzo piano di questo antico edificio, situato a due passi del Palau de la Música, ha capito che doveva essere suo. Lo stilista italiano si è innamorato delle travi in legno, del silenzio tra i vecchi cortili di Barcellona. Ma gli è venuto anche in mente che la casa aveva bisogno di una piccola ristrutturazione, di qualche armadio e di un nuovo bagno.
Dalle sue ville storiche alle cantine e, dai borghi antichi sino ai castelli medievali, le campagne veneziane sono uno dei luoghi più ricchi di arte e storia del nostro Paese. A confermalo è anche il magazine americano Forbes che ha dichiarato essere uno dei luoghi più belli e caratteristi da visitare in ogni stagione dell’anno. Qui, tra vaste distese di parchi e giardini, a fare bella mostra di sé sono numerosi casali e dimore storiche del Cinquecento che oggi, tornano a splendere grazie a interventi di ristrutturazione che ne riportano alla luce il loro fascino primordiale.
Leonardo da Vinci non visse solo a Firenze e Milano, come in molti sanno. Ma nel 1515 Leonardo da Vinci si recò anche a Bologna, dove dimorò a palazzo Felicini, al seguito di Giuliano de’ Medici che era in città per incontrarvi il re di Francia Francesco I. Un incontro destinato a imprimere una svolta decisiva nella vita dell’artista, che fu infatti invitato a trasferirsi in Francia dove morì nel 1519. Fino al suo trasferimento in Francia, Leonardo aveva trascorso la maggior parte della sua vita tra Firenze e Milano, certo; tuttavia anche in altre città dove aveva soggiornato brevemente, come in Emilia e in Romagna, dove eseguì opere degne di nota e visse esperienze significative.
A Napoli, nel quartiere che si sporge sulla celebre piazza Sannazzaro – la via che ospita la storica fontana della Sirena, realizzata in marmo nel 1869 dallo scultore Onofrio Buccini – una casa in stile Liberty di inizio Novecento è stata ripensata salvaguardando la sua nobile storia. Affacciata proprio sul gruppo marmoreo sovrastato dalla Sirena Partenope – simbolo della città di Napoli – l’appartamento di 150 metri quadri è stato riportato alla luce grazie all’intervento di ristrutturazione dello Studio Antonio Di Maro.
A Milano, nel quartiere di Porta Venezia, affacciato sul parco, domina un edificio razionalista degli Anni Trenta, ultimato nel 1937, su progetto di Ludovico Barbiano, uno dei membri dello storico studio meneghino dei BBPR, e del figlio Alberico. Al quarto piano di questo edificio moderno per l’epoca, tra i primi esempi residenziali in Italia, dotato di una struttura portante in acciaio, è stata curata la ristrutturazione di un appartamento di ben 500 mq. Il progetto è nato dalle mani dello studio Sixplus, di cui fanno parte Valeria Manzini e Yuri Mastromattei, che racconta il progetto attraverso un susseguirsi fluido di ambienti e funzioni differenti.