«Per vent’anni, i primi della mia carriera, non ero mai a casa. Viaggiavo per lavoro, per curiosità e voglia di crescere, viaggiavo per imparare e conoscere i mercati. Poi mi sono dovuta fermare, come tutti, per la pandemia».
A parlare è Alice Carli, CEO e general manager di fashion e luxury goods per importanti aziende italiane: una donna d’affari, ligure di nascita, milanese d’adozione, che oggi è direttore generale e membro del CDA di una società che si occupa di wearable technology, e executive advisor dell’ Istituto Image, clinica specializzata in medicina rigenerativa. Durante il lockdown, ad aspettarla c’era questa casa, comprata e restaurata nel 2018: un luogo di cui Alice si era innamorata da subito. «E pensare che io sono una che non si innamora mai: sono una decision maker ma razionale e ponderata. Invece, appena ho messo piede qui, è stato un colpo di fulmine».
Occhi scuri, piglio deciso, una nonna parigina, la testa cosmopolita. E un senso dello stile placido e preciso. Che si riflette alla perfezione in questo suo grande appartamento, siamo sui 180 mq, che sorge in una zona residenziale e chic di Milano, tra palazzi primi del ’900, belle piazze, e molto verde. A colpirla, il primo giorno che vede l’appartamento è anche la luce, che pur in una grigia mattinata milanese non manca di illuminare gli spazi: e così è deciso, Alice prende la casa, e ci “resta”. Sì, perché la sua indole da Acquario l’ha portata più volte a comprare, restaurare, arredare e poi vendere: è il suo modo per cambiare “pelle”.
Stavolta, invece, Alice in questo luogo ha trovato il suo Paese delle Meraviglie, dove esplicare la sua cifra stilistica: una casa di charme, con un’anima, ma arredata in modo moderno e con un’allure pulita e fresca. «Durante questi lockdown mi sono rimessa in gioco, studiando. Ho conseguito una specialistica in strategia alla Harvard Business School su innovazione, sostenibilità e digitale. Ho passato molto tempo in videoconference: quale miglior scenario di questa dimora! Insomma, qui ho potuto compiere un percorso professionale, didattico e personale. E anche emotivo direi. Questa casa mi ha aspettata».
La ricerca del bello è sempre stata una prerogativa di Alice. E questa casa ne è la prova: i soffitti a cassettoni d’epoca, il parquet con la sua preziosa lavorazione bicolore – amorevolmente restaurato per tornare al suo splendore – i dettagli come gli stucchi d’epoca, il marmo all’ingresso anch’esso rilucidato, i frontespizi delle porte, tutto è stato conservato, seguendo un ideale estetico che onora lo stile e l’eleganza meneghina d’antan, senza però cadere in nostalgie inutili. Tutto qui parla di un progetto armonico e rispettoso dell’identità dell’appartamento. Nella fase di restauro e di progettazioni di mobili su misura sono stati fondamentali lo studio Busnelli Corporate e l’interior decorator Martina Menegon che hanno riformulato con Alice gli spazi della casa. La palette è stata decisa dalla proprietaria, che racconta: «A forza di frequentare creativi di ogni genere, ho assorbito la passione per il colore. Ho scelto quattro toni: la trasparenza, che si nota nei cristalli dei lampadari vintage e nei vetri delle porte che abbiamo mantenuto, ma realizzato in vetro cannettato. Poi il tono del legno, come si vede nella cucina in palissandro, o nel parquet, ovviamente. I toni bruciati degli arancioni sono protagonisti delle sedute in sala. E, infine, i toni della notte, con nuance di azzurri polverosi fino all’ottanio». A questi colori si mixa perfettamente l’ottone, elemento che ritorna sia come profilo per gli specchi in bagno, sia per le armadiature, nella camera da letto padronale e nella cabina armadio, tutte su misura e realizzate da Busnelli.
Un certo gusto di sobria eleganza milanese si abbina con i ricordi parigini che vengono dalla casa della nonna paterna: tutti i lampadari parlano francese, così come la poltroncina in camera da letto, con le ruote in osso, lasciata volutamente délabré, e il piccolo tavolo in legno dorato con piano in marmo. Gli altri pezzi di casa, come il tavolo di Gae Aulenti per Fontana Arte, la libreria a soffitto di Baxter, così come anche i divani – che Alice ha fatto rifoderare con un lino grezzo in nuance ecrù preso a Capri – sono scelte d’amore della padrona di casa, che ammette di amare le evoluzioni, più che le rivoluzioni, in ambito di dècor. Con una certa passione per i ricordi: la casa è disseminata di regali di persone a lei care, dai vasi ai posacenere, alle ceramiche – di Fornasetti, Ginori, Hermés – alle fotografie. Come quella firmata dal fotografo Nikola Borisov che ritrae Alice nella sua vecchia casa, appoggiata in camera da letto. Accanto c’è un’antica collana in argento, incorniciata, appartenuta a una regina andina. Tra regine ci si intende.