Redazione Bruxelles 22 febbraio 2022 13:57
La Germania ha deciso lo stop, almeno temporaneo, del gasdotto Nord Stream 2, in risposta alla decisione della Russia di Vladimir Putin di riconoscere le autoproclamate repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk e inviare di truppe sul loro territorio. La decisione è una mossa significativa per Berlino, che aveva resistito a lungo a staccare la spina al progetto nonostante le pressioni degli Stati Uniti e di alcuni Stati europei affinché lo facesse. Anche il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, aveva chiesto l’interruzione “immediata” del progetto.
“Alla luce degli sviluppi più recenti, dobbiamo riesaminare la situazione in particolare per quanto riguarda il Nord Stream 2”, ha detto il cancelliere Olaf Scholz in una conferenza stampa con il suo omologo irlandese, aggiungendo che il ministero dell’Economia esaminerà di nuovo il processo di certificazione per metterlo in pausa. Scholz ha detto che la decisione è una risposta al riconoscimento da parte di Mosca dell’indipendenza delle due regioni separatiste nel Donbass, nell’Ucraina orientale, che ha segnato una “grave violazione del diritto internazionale”. “Ora spetta alla comunità internazionale reagire a questa azione unilaterale, incomprensibile e ingiustificata del presidente russo”, ha detto ai giornalisti a Berlino, aggiungendo che era necessario “inviare un chiaro segnale a Mosca che tali azioni non rimarranno senza conseguenze”.
Il progetto energetico più divisivo d’Europa, Nord Stream 2, è pensato per raddoppiare la quantità di gas che fluisce dalla Russia direttamente alla Germania attraverso il Mar Baltico, aggirando la tradizionale rotte di transito come quella dell’Ucraina, o di Bielorussia e Polonia. La Russia fornisce tra il 40% e il 50% del consumo di gas in Europa, circa 200 miliardi di metri cubi l’anno. Nord Stream 1 ha una capacità di 55 miliardi di metri cubi e quando il 2 entrerà in funzione questa capacità raddoppierà. Un viceministro degli Esteri russo, Andrey Rudenko, ha minimizzato l’impatto della decisione della Germania, affermando che Mosca non teme nulla e “non crede alle lacrime”, ha riferito l’agenzia nazionale di stampa Tass.