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Sebbene la fine dell’inverno porti solitamente un sospiro di sollievo, il virus dell’influenza aviaria sta lanciando un nuovo attacco.

L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie avverte che un aumento della circolazione degli uccelli potrebbe significare un maggior rischio di trasmissione del virus negli allevamenti.

Il Ministero della Salute ha emesso una nota in cui si chiede di aumentare la sorveglianza e le misure di biosicurezza negli allevamenti di pollame.

Sebbene l’influenza aviaria colpisca principalmente il pollame e gli uccelli selvatici, in rare occasioni può essere trasmessa ai mammiferi, compreso l’uomo.

Dalla sua comparsa nel 1996 in un allevamento di oche in Cina, il virus H5N1 ha provocato casi di infezione anche tra gli esseri umani in diversi Paesi del mondo, ma con una frequenza sporadica e in particolari condizioni. Ad oggi non sono stati rilevati casi di trasmissione inter-umana del virus H5N1.

In Italia la circolazione del virus H5N1, comunemente conosciuto come “influenza aviaria”, è in aumento fra gli uccelli selvatici con il rischio che questi possano trasmettere il virus agli allevamenti avicoli.

L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe), centro di riferimento nazionale ed europeo per l’influenza aviaria, ha raccolto i dati epidemiologici.

Per questo, pochi giorni fa, il ministero della Salute ha diramato una nota, indirizzata a tutti i Servizi veterinari regionali e agli Istituti Zooprofilattici italiani, in cui ha manifestato la necessità di rafforzare la sorveglianza dei volatili selvatici e l’applicazione delle misure di biosicurezza negli allevamenti avicoli.