Lo studio, pubblicato sulla rivista Frontiers in Neuroscience e condotto dalla Charité Medical University di Berlino, ha coinvolto 188 persone con problemi di qualità del sonno.
I ricercatori suggeriscono che gli orari di lavoro e di scuola delle persone potrebbero essere regolati in base alla stagione: in inverno, dovrebbero svegliarsi più tardi; durante i mesi estivi, si abituerebbero ad andare a dormire un po’ prima.
I partecipanti allo studio vivono in un ambiente urbano con un alto livello di inquinamento luminoso, fattori che dovrebbero alterare i comportamenti legati alla stagionalità e alla quantità di luce.
Ma nel loro studio, Seidler e il suo team hanno scoperto che le persone dormono un’ora in più durante l’inverno rispetto all’estate, soprattutto nella fase REM, che si prolunga di 30 minuti.
I ricercatori fanno notare che questi risultati dovranno essere confermati da ulteriori studi che coinvolgano un campione più ampio di persone e quelle che non hanno problemi di sonno; infatti, suggeriscono che i cambiamenti potrebbero essere ancora più pronunciati tra la popolazione sana.
Dieter Kunz, che ha guidato lo studio, afferma: “La stagionalità è onnipresente in ogni essere vivente su questo pianeta”.
“Anche se manteniamo le stesse abitudini”, spiega Kunz, “la fisiologia umana rallenta in inverno. È quindi importante ricordare che non possiamo mantenere gli stessi livelli di attività quando le temperature si abbassano”.
Sebbene gli esseri umani non vadano tecnicamente in letargo, tendiamo a dormire di più in inverno, in particolare durante la fase REM del sonno, quando si verificano i sogni.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Frontiers in Neuroscience e condotto dalla Charité Medical University di Berlino, ha coinvolto 188 persone con problemi di qualità del sonno.
I ricercatori suggeriscono che gli orari di lavoro e di scuola delle persone potrebbero essere regolati in base alla stagione: in inverno, dovrebbero svegliarsi più tardi; durante i mesi estivi, si abituerebbero ad andare a dormire un po’ prima.
I partecipanti allo studio vivono in un ambiente urbano con un alto livello di inquinamento luminoso, fattori che dovrebbero alterare i comportamenti legati alla stagionalità e alla quantità di luce.
Ma nel loro studio, Seidler e il suo team hanno scoperto che le persone dormono un’ora in più durante l’inverno rispetto all’estate, soprattutto nella fase REM, che si prolunga di 30 minuti.
I ricercatori fanno notare che questi risultati dovranno essere confermati da ulteriori studi che coinvolgano un campione più ampio di persone e quelle che non hanno problemi di sonno; infatti, suggeriscono che i cambiamenti potrebbero essere ancora più pronunciati tra la popolazione sana.
Dieter Kunz, che ha guidato lo studio, afferma: “La stagionalità è onnipresente in ogni essere vivente su questo pianeta”.
“Anche se manteniamo le stesse abitudini”, spiega Kunz, “la fisiologia umana rallenta in inverno. È quindi importante ricordare che non possiamo mantenere gli stessi livelli di attività quando le temperature si abbassano”.