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«È la fine del mondo», la speranza e il dramma dei sopravvissuti

La neve, la pioggia e il freddo stanno complicando le operazioni di salvataggio. È una corsa contro il tempo.

Una madre con tre figli estratti vivi dalle macerie. Un bambino salvato dopo 22 ore tra le lamiere di un edificio. Continua il disperato lavoro dei soccorritori in Turchia e in Siria. È una corsa contro il tempo. Questa mattina da Istanbul sono partiti 13’000 soccorritori pronti a intervenire nelle zone terremotate.

Anche la Svizzera si è mobilitata. Un team di salvataggio di 80 persone, oltre ai cani della Società svizzera per cani da ricerca e da salvataggio (Redog), ha raggiunto questa mattina la Turchia «Le nostre squadre stanno per arrivare per dare una mano ai soccorritori e aiutare i feriti e i dispersi, così come le loro famiglie», ha twittato il DFAE. Il mondo si stringe attorno ai due Paesi colpiti dalla catastrofe.

Le testimonianze dei sopravvissuti – «È come se fosse la fine del mondo», racconta al Guardian un cittadino di Iblib, una cittadina situata nella Siria nord occidentale. Il mondo è sprofondato all’improvviso. «Abbiamo visto crollare un edificio con tutti i suoi abitanti, che in precedenza era stato oggetto di bombardamenti durante la guerra civile, da parte delle forze russe e del governo siriano», spiega un altro sopravvissuto.

«Tutte le persone intorno a noi si sono riversate per le strade in preda alla paura e al panico, sono uscite solo con i vestiti che avevano addosso e hanno lasciato le loro case e i loro averi», ha concluso. 

Oltre 20mila morti – Il bilancio del terremoto è salito a 5’016 vittime. Sono infatti salite a 3’419 le persone che hanno perso la vita nel sisma che ha colpito il sudest della Turchia mentre l’ultimo bilancio siriano è di 1’598, secondo organizzazioni non governative.

Un bilancio destinato però ad aggravarsi ad aggravarsi. Secondo L’ufficiale per l’emergenza per l’Europa dell’Organizzazione mondiale della sanità, Catherine Smallwood, la distruzione provocata dalle continue scosse di assestamento potrebbe aver provocato addirittura più di 20mila vittime.

«C’è sempre la possibilità che si verifichino altri crolli, per cui spesso vediamo che i numeri iniziali si ottuplicano», ha dichiarato aggiungendo che «purtroppo, con i terremoti si verifica sempre la stessa cosa: i rapporti iniziali sul numero di persone morte o ferite aumentano in modo significativo nella settimana successiva».

La neve, la pioggia e il freddo stanno però complicando le operazioni di salvataggio. Orhan Tatar, responsabile dell’Afad, l’Autorità per la gestione delle emergenze e dei disastri di Ankara, ha confermato i problemi logistici dei soccorritori oltre al dramma per i sopravvissuti. 

Hier soir, la Chaîne Suisse 🇨🇭de sauvetage a décollé de Zürich à destination des zones touchées. Nos équipes sont sur le point d’arriver pour prêter main forte aux secouristes et aider les blessés et disparus, ainsi que leurs familles. 🇸🇾🇹🇷#Earthquake #Turkiye #Syria pic.twitter.com/6yrfS5QAG2

— EDA – DFAE (@EDA_DFAE) February 7, 2023