Alla fine l’hanno spuntata gli e-fuel, grazie ai quali i motori endotermici avranno vita anche dopo il 2035, consentendo così ai Costruttori di tenere ancora per un po’ in gamma veicoli con questi motori oltre che con unità elettrificate, sempre di più. Così, il processo evolutivo che l’automobile sta compiendo verso le emissioni zero non si arresta, ma la scelta fatta dalla Comunità Europea implica anche un riposizionamento delle strategie in termini di investimenti.
I due grandi blocchi
A tal proposito, la situazione in Europa è la seguente. La scelta fatta dall’Europa premia la Germania e probabilmente è facile capire il perchè, dal momento che nel Vecchio Continente è il Paese che ha investito di più negli e-fuel, con uno schieramento di grandi aziende, come Bosch, ZF e Mahle, oltre a Porsche (impegnata nella realizzazione del primo impianto commerciale al mondo, aperto in Cile nel 2021) e BMW, che ha impegnato 12,5 milioni di dollari nella start-up di e-fuel Prometheus Fuels. In definitiva, gli e-fuel sono costosi (circa 10 euro al litro), ma possono essere miscelati con combustibili tradizionali e hanno il vantaggio di poter essere stoccati proprio come gli attuali carburanti. Uno sguardo al motorsport, ci segnala che anche il Circus della Formula 1 passerà ai carburanti sintetici a partire dalla stagione 2026, con l’obiettivo di raggiungere la carbon neutrality nel 2030. L’Italia invece porta avanti da tempo lo sviluppo dei biocarburanti, con Eni protagonista, disposta anche a quintuplicare in 7 anni la produzione di biocarburanti, passando dagli attuali 1,1 milioni di tonnellate all’anno agli oltre 3 nel 2025, fino a 5 entro il 2030. E’ lecito aspettarsi dei cambi repentini di strategie, sia da una parte che dall’altra.
E-fuel, cosa sono e come si producono
Per produrre gli e-fuel serve mettere insieme idrogeno e anidride carbonica. Dal processo di elettrolisi dell’acqua si ottiene l’idrogeno, ma serve molta energia elettrica pulita, proveniente da fonti di energia rinnovabile, e acqua, affinchè si possa parlare di zero emissioni di CO2. Nella fase 2, l’idrogeno viene combinato con la CO2 estratta dall’aria in un catalizzatore ad alta pressione ed ecco che si creano gli e-fuel, che non sono altro che metanolo sintetico da trasformare con ulteriori processi di raffinazione in e-Benzina, e-Diesel, e-Gas ecc…Si ritengono carbon neutral poichè per la loro produzione si utilizza anidride carbonica dall’atmosfera e oltretutto il motore alimentato con e-fuel emette la stessa quantità di CO2 legata alla creazione del carburante sintetico.
Biocarburanti, cosa sono e come si producono
La produzione dei biocarburanti necessita delle biomasse, che sono scarti di materia organica generata dalle piante e dagli animali, mentre nella fase di produzione si fa ricorso a scarti dell’industria agroalimentare, ai rifiuti organici urbani, ai residui verdi di attività agricole e forestali, della legna da ardere ecc… Tra i biocarburanti oggi è noto il bioetanolo, che tra l’altro è già presente in una percentuale molto bassa (circa del 10%) nella benzina che oggi facciamo alle stazioni di rifornimento. Altri biocarburanto sono il biodiesel, il metanolo e il biobutanolo. Si riconoscono carbon neutral poichè i motori che alimentano sviluppano l’anidride carbonica già presente nella biomassa di partenza, a sua volta captata dall’atmosfera e fissata nella materia organica dalle piante attraverso la fotosintesi.