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Proviamo a sostituire all’antica “Ora et Labora”, massima cara ai monaci benedettini che tradotta significa “Prega e lavora”, un più contemporaneo “Keep calm and dormi in un monastero”. La pace e il silenzio, i grandi spazi attorno che lasciano la mente libera di meditare – i monasteri italiani venivano costruiti in luoghi di difficile accesso – lo sguardo che si concentra su dettagli di architetture linde, rigorose: non stupisce che oggi molti di questi grandi monasteri abbiamo mutato la loro destinazione d’uso e siano diventati luoghi di un altro tipo di accoglienza. Un’ospitalità che fonde lusso discreto e di altissimo livello con un’incommensurabile dote di bellezza paesaggistica o artistica, la qualità di cibi preparati con cura, spesso in una sorta di sintonia sinestetica con lo spirito del luogo. La legge del tempo è stata generosa: gli ospiti odierni di questi luoghi che furono culla di preghiera e di cultura, oggi godono di tutti i comfort un tempo “negati” alla vita monastica. Lussi, certamente per happy few, ma vissuti con stile, sempre con una visione d’insieme, rispettosa. Una contemplazione del bello che non smette mai di dare luce all’anima.