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Gli epidemiologi di tutto il mondo sono in allerta, mentre l’influenza aviaria si diffonde silenziosamente tra gli uccelli selvatici e il pollame d’allevamento in quella che viene considerata la più grave epidemia mai rilevata.

Il colpevole è il virus H1N1, che può infettare molti animali (compresi gli esseri umani) e si diffonde rapidamente attraverso gli uccelli.

L’agente patogeno è responsabile dell’abbattimento di decine di milioni di capi di bestiame e rappresenta una minaccia per la biodiversità. Ora ha iniziato a infettare i mammiferi, una svolta pericolosa che alza l’asticella delle nuove pandemie.

IL VIRUS E L’INDUSTRIA DELLA CARNE.

L’impatto ambientale degli allevamenti, che producono quasi tutti i prodotti derivati dal pollame (come le uova), è impressionante.

Tra il 2021 e il 2022, più di 50 milioni di uccelli europei e britannici sono stati abbattuti nel tentativo di contenere la diffusione dell’influenza aviaria; un numero analogo è stato soppresso negli Stati Uniti nello stesso periodo.

Nei polli, l’H1N1 ha un tasso di letalità vicino al 100%. Quando il virus penetra negli allevamenti intensivi attraverso il contatto con uccelli selvatici infetti e si diffonde tra gli allevamenti, è reso più facile dalla vicinanza forzata a cui sono sottoposti in queste operazioni.

QUAL È IL RISCHIO PER L’UOMO?

Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), sta tenendo d’occhio se le mutazioni del virus ne causeranno la diffusione tra gli esseri umani.

Negli ultimi 20 anni si sono verificati circa 870 casi di influenza aviaria nell’uomo a seguito del contatto diretto con animali infetti.

Di questi, 457 persone sono morte: un tasso di mortalità elevato. Ma è importante notare che non tutti i pazienti affetti da H1N1 presentano sintomi gravi e vengono quindi sottoposti al test del virus; molti non sanno di essere stati infettati.