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Redazione 19 dicembre 2022 12:00

Da marzo l’assegno unico diventa automatico, ma per ottenere l’importo corretto è necessario aggiornare l’Isee. In caso contrario il beneficio verrà ugualmente corrisposto, ma in quel caso si percepirà solo l’assegno minimo previsto dalla legge. È quanto viene riportato nella circolare Inps n° 132 del 15 dicembre 2022 che fa il punto sulle modalità di erogazione dell’assegno unico a partire da marzo 2023. Senza entrare troppo nei tecnicismi, l’Inps spiega che il beneficio verrà erogato d’ufficio ai soggetti richiedenti per i quali nell’archivio dell’Istituto, alla data del 28 febbraio 2023, risulti presente una domanda che è stata accolta, ovvero in uno stato diverso da “decaduta”, “revocata”, “rinunciata” o “respinta”.

In poche parole: chi ha già presentato una richiesta andata a buon fine non dovrà fare nuovamente la domanda. Per quanto riguarda le domande che sono “in istruttoria”, “in evidenza alla sede”, “in evidenza al cittadino”, “sospesa”, l’erogazione del beneficio inizierà al termine dei controlli, qualora le verifiche si completino con esito positivo. Chi non ha mai presentato la domanda, o ha ricevuto una risposta negativa dell’Inps, deve invece presentare una nuova richiesta di assegno unico. 

Quando la domanda deve essere aggiornata

L’Inps segnala inoltre che può essere necessario aggiornare la domanda nei seguenti casi: 

  • la nascita di figli;
  • la variazione o inserimento della condizione di disabilità del figlio;
  • le variazioni della dichiarazione relativa alla frequenza scolastica/corso di formazione per il figlio maggiorenne (18-21 anni);
  • le modifiche attinenti all’eventuale separazione/coniugio dei genitori;
  • i criteri di ripartizione dell’Assegno tra i due genitori sulla base di apposito provvedimento del giudice o dell’accordo tra i genitori;
  • variazione delle condizioni che occorrono per la spettanza delle maggiorazioni previste dagli articoli 4 e 5 del decreto legislativo n. 230/2021;
  • variazioni delle modalità di pagamento prescelte dal richiedente e/o dall’eventuale altro genitore.

Per ottenere gli importi più alti bisogna presentare una nuova Isee

In tutte le ipotesi sopra descritte, per ottenere gli importi più elevati dell’assegno è comunque necessario presentare una nuova Dsu (dichiarazione sostitutiva unica) che attesti l’Isee per l’anno 2023. L’ente previdenziale fa sapere che l’Isee del 2022 continuerà a essere valido per determinare gli assegni di gennaio e febbraio, ma se non viene aggiornato a partire da marzo l’assegno sarà determinato “con riferimento agli importi minimi previsti dalla normativa”.  

I nuovi importi dal 2023

Dal 2023 l’assegno unico per i figli sarà comunque più generoso. Nella legge di bilancio è stata infatti inserita una maggiorazione del 50% sull’importo dell’assegno per il primo anno di vita del bambino, e un ulteriore aumento del 50% per le famiglie composte da 3 o più figli fino al terzo anno di ciascun figlio. Quest’ultima misura però vale solo per le famiglie con Isee non superiore a 40mila euro. La maggiorazione del 50% per il primo anno di vita del bambino spetterà invece a tutte le famiglie, “per ciascun figlio di età inferiore a un anno” e indipendentemente dal reddito. Ciò significa che l’importo minimo dovrebbe essere aumentato di 25 euro passando da 50 euro a 75 euro, mentre quello massimo dovrebbe attestarsi a 262,5 euro, con un aumento di 87,5 euro. La maggiorazione forfettaria per le famiglie numerose invece passerà da 100 a 150 euro.