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Rinnovare un’importante casa modernista per allinearla ai ritmi e allo stile di vita del XXI secolo è sempre un’impresa complicata, che richiede un delicato pas de deux tra il rispetto per la storia e la sua espressione contemporanea. Nazarian ha affrontato la sfida con onestà e pazienza. Aveva vissuto nella casa per più di dieci anni prima di iniziare questa grande ristrutturazione (in passato aveva limitato le modifiche al giardino, ideato in origine dal maestro paesaggista modernista Garrett Eckbo). «Jones e gli Smalley erano grandi amici. Jones è stato commemorato qui dopo la sua morte. Ho capito l’importanza della casa all’interno del suo corpus, e sapevo che sarei diventata la custode di questo straordinario gioiello», racconta Nazarian. «Ma l’architettura è qualcosa di vivo, deve essere rilevante per il modo in cui viviamo oggi. Per questo abbiamo tenuto presente il linguaggio di Jones in tutti i cambiamenti che abbiamo apportato, per elevare e amplificare la potenza del suo discorso progettuale».

Jones in origine aveva disegnato la casa con le camere dei bambini, la family area e la cucina su un lato della struttura di 696 metri quadrati, mentre la camera da letto principale era sul lato opposto. Tra i due lati aveva inserito un soggiorno dai soffitti altissimi, definito da una splendida parete portante in cedro grezzo che taglia l’interno e si estende nel giardino, un dettaglio peculiare che pone l’accento sul collegamento dinamico fra interno ed esterno. «La modifica più importante è stata trasferire la camera da letto di Shula dove un tempo c’erano quelle dei bambini, sul lato più privato della casa, che ha una dimensione molto più a misura d’uomo. Da lì può spostarsi a lavorare nel grande home office che abbiamo collocato nella vecchia camera principale. La progressione attraverso la casa è naturale e facile», dice Shamshiri della planimetria riorganizzata.

Accanto all’ufficio, la designer ha creato una lussuosa spa con una sauna in argilla, una panca biomorfica e una vasca idromassaggio in pietre di fiume nere su cemento nero, una costruzione che rievoca i meravigliosi pavimenti in calcestruzzo a motivi circolari di Jones, con ciottoli posati a mano. Dettagli che hanno influenzato anche la forma della cucina, ripensata in modo radicale. «Sono sincera, è stata la cucina più complicata che abbia mai creato», confessa Shamshiri, sottolineando lo scarso margine di manovra offerto dai mobili e dalle porte in noce. Per Nazarian, chiaramente, ne è valsa la pena. «La cucina è un luogo di ritrovo e di nutrimento. Il nuovo design collega le aree più formali della casa agli spazi per la famiglia nel modo più bello e accogliente», afferma.