Dall’esterno, quest’edificio a tre piani appare alquanto anonimo, ma all’interno rivela un’eleganza antica: pavimenti e pareti in marmo, un corrimano in ghisa, soffitti alti, porte a cassettoni, piastrelle finemente decorate, un camino con bassorilievi, parquet. Esattamente questi elementi originari sono fondanti del progetto di Daminelli. La scelta dei colori, dei mobili e dei tessuti si è orientata al preesistente.
Ed è così che un rosa cipria ricopre quasi tutte le pareti. Inizialmente, la cucina era stata concepita tutta bianca e con tanto acciaio, per creare un contrasto. Col tempo, però, sono sorti dei dubbi circa un’estetica così essenziale, al punto che i proprietari, su consiglio del designer, hanno scelto di immergere anche la stanza nel rosa (i frontali, il pavimento in resina sintetica, il soffitto e tutte le pareti) – non solo infondendo calore e intimità alla stanza, ma anche facendone uno degli spazi più belli di tutta la casa.
A uscire fuori dai binari è la camera da letto al primo piano, dove Studio2046 ha ricoperto le pareti di un tenue color petrolio. Daminelli ritiene che incornici la vista che da qui si ha verso l’alto. In lontananza si scopre una parte della silhouette della Città Alta con le sue torri protese verso il cielo, tra cui anche il Campanone medievale di 52 metri di altezza. Tutte le sere, alle ventidue, Leoni e Bonaschi lo sentono, cento rintocchi che risuonano nella città vecchia e che un tempo avvisavano di chiudere le porte cittadine. Il padrone di casa è cresciuto a Bergamo e, da ragazzo, quei battiti gli ricordavano che avrebbe dovuto essere a letto già da un bel po’.