Ricordarlo è giusto, ma servono etichette ad hoc per farlo? Lo deciderà la politica
Il vino nuoce gravemente alla salute. L’Europa ha dato l’ok all’Irlanda per etichettare le bottiglie di alcolici, vino compreso, come già avviene per le sigarette. “Bere alcol causa malattie del fegato”. “Esiste un legame diretto tra alcol e tumori letali”. E se comparissero delle etichette anche in Italia?
In Europa si discute da tempo di etichettare le bevande alcoliche per ricordare che fanno male alla salute. E l’Italia, ovviamente, non ci sta: un po’ per ovvi motivi commerciali e un po’ per ragioni culturali. Tendiamo a considerare il vino parte integrante della dieta mediterranea, e quindi intrinsecamente benefico. È proprio così? L’Oms cataloga l’alcol etilico, presente in ogni bevanda alcolica, come sostanza certamente cancerogena. Questo perché le ricerche in laboratorio hanno evidenziato molteplici meccanismi con cui l’alcol può indurre la comparsa di tumori. E quelle epidemiologiche hanno confermato una maggiore incidenza di neoplasie nelle persone che consumano alcolici.
Il mondo scientifico è pressoché concorde nell’affermare che tutte le bevande alcoliche vanno considerate dannose, e in qualunque quantità: dalle ricerche non emerge infatti una dose sicura che eviti rischi di salute. Se guardiamo però all’entità dei rischi, fortunatamente, sono molto contenuti, almeno per il consumo lieve e moderato, cioè quel bicchiere o due al giorno che si concede la maggior parte degli italiani. Le stime parlano di un 4-7% di tumori in più, ogni anno, legati al consumo di alcolici, e di un effetto dose-dipendente: più si beve, cioè, più aumentano le probabilità di sviluppare un tumore.
Secondo uno studio Australiano, Il consumo lieve o moderato di alcol, aumenterebbe, del 4,4% negli uomini e del 5,4% nelle donne, il rischio assoluto di sviluppare una neoplasia prima degli 85 anni. Ricapitolando, bere vino ogni giorno fa male, ma non equivale a una condanna. È comunque un pericolo in più, che può essere piuttosto limitato se beviamo poco, ma che può diventare più importante bevendo molto o per chi presenta altri fattori di rischio, come una familiarità genetica per qualche forma di tumore.
Ricordarlo è giusto, ma servono etichette ad hoc per farlo? Lo deciderà la politica. Quel che è certo è che di sostanze dannose, o potenzialmente tali, in cucina ce ne sono molte altre: nella stessa lista dell’alcol troviamo ad esempio le carni lavorate, come salsicce e salumi, mentre in quella dei cancerogeni probabili ci sono carni rosse e bevante molto calde come tè e matè. Persino prodotti all’apparenza sani come i succhi di frutta in realtà possono nuocere alla salute, perché aggiungono alla dieta zuccheri inutili che aumentano il rischio di diventare obesi o sovrappeso. Quali saranno le prossime etichette che troveremo tra gli scaffali del supermercato?
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